Glencore volta le spalle all’Italia. E il governo scende in campo per salvare l’unico« produttore di zinco operativo, nonchè un settore ritenuto «strategico» per il Paese. Il dietrofront si consuma alla viglia di Natale quando la Portovesme srl, di proprietà della società aglo-elvetica Glencore, annuncia la chiusura della produzione della linea zinco con una settimana d’anticipo. Nel giorno del sopralluogo dei tecnici del ministero negli stabilimenti della fabbrica a Sud della Sardegna, la multinazionale decide di fermare gli impianti da lunedì 23 dicembre (invece che dal 31 dicembre) spiazzando i lavoratori (900 in tutto lo stabilimento), i sindacati e il governo regionale. Una doccia fredda inaccettabile perché il sito è stato definito di importanza strategica nazionale dal ministero delle Imprese e del Made in Italy e, come ha chiarito anche Adolfo Urso, titolare del dicastero, si tratta di un pezzo importante «per realizzare il programma nucleare di terza e quarta generazione avanzata » che è già sul tavolo del governo.
Per questo, ora Urso ha messo Glencore davanti a una scelta: riavviare il sito o farsi da parte e aprire la strada a nuovi investitori o nuove produzioni. «Ci sono già», ha rimarcato il ministro che è pronto a gestire la transizione con un nuovo soggetto in grado di portare avanti le stesse attività o a fare arrivare altre aziende per realizzare prodotti connessi e garantire i livelli occupazionali del territorio». E anche se per un po’ si può veleggiare con gli ammortizzatori sociali, l’obiettivo di tutti è «garantire la continuità produttiva» anche in vista del progetto dell’Einstein Telescope: l’infrastruttura di ricerca del futuro rivelatore di onde gravitazionali da realizzare in Ue che l’Italia è candidata a ospitare in Sardegna.
«Non possiamo consentire a un imprenditore di andarsene senza dare un futuro al territorio», ha aggiunto ieri il ministro del Lavoro Marina Calderone. A fare quadrato è anche la governatrice della Regione Alessandra Todde che ha ricordato all’azienda svizzera i propri obblighi. «Ci concentriamo ora sulla linea di Waelz e sull’esplorazione
delle opportunità di riconvertire parte del sito in un impianto di riciclo di materiali per batterie - fa sapere la Portovesme srl - Come concordato con il Mimit, stiamo anche collaborando per approfondire qualsiasi interesse da parte di potenziali investitori». Tanto che, riporta una fonte vicina al gruppo, «Glencore si è impegnata a mantenere la linea zinco in uno stato di cura e manutenzione per permettere l’eventuale acquisizione in tutto o in parte di eventuali investitori».
Un percorso in vista del quale i sindacati e la Rsu la chiedono a gran voce
l’applicazione del Golden power, un’opzione per ora esclusa dal ministro Urso.L’impianto sardo potrebbe svolgere un ruolo centrale anche per il nucleare di nuova generazione I sindacati chiedono di utilizzare il golden power
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