Stellantis, continua il crollo delle immatricolazioni delle automobili

Dopo il -4,8% di luglio e il -28,7% di agosto, a settembre per il gruppo guidato da Carlos Tavares ecco un nuovo pesante calo a due cifre: -26%. Tutti i marchi portano il segno negativo

Stellantis, continua il crollo delle immatricolazioni delle automobili
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Continuano a scendere le immatricolazioni di Stellantis in Europa: dopo il -4,8% di luglio, a fronte di un mercato stabile (+0,4%) e il -28,7% di agosto (-16,5% il dato generale), a settembre (-4,2% le vendite complessive e +1% da gennaio) per il gruppo guidato da Carlos Tavares ecco un nuovo pesante calo a due cifre: -26%. Tutti i marchi portano il segno negativo.
Il punto su quelli ex Fca: Fiat giù del 43,7%, Lancia -71,6%, Alfa Romeo -19,5% e Jeep -9,9%. Per Maserati la caduta è intorno al 40%. Arretra anche la quota mercato, mese su mese, dal 17,2% al 13,3%, come quella da inizio 2024 (dal 17% al 15,9%) rispetto a una riduzione delle immatricolazioni pari al 6%.
Tutti numeri che testimoniano le crescenti difficoltà del gruppo, in particolare alla vigilia della terza trimestrale, il prossimo 31 ottobre, per la quale Banca Akros stima un considerevole calo dei ricavi a 31,060 miliardi (-31%), oltre a quello già comunicato dal gruppo sulle consegne consolidate: 1,148 milioni di unità (-20%). Nei singoli mercati, inoltre, Banca Akros vede scenari altrettanto complessi sempre alla voce ricavi: -42% in Nord America, -24,1% nell’Europa Allargata, -39,3% per Middle East & Africa, -36,7% in Cina e India. A salvarsi sarebbe solo il Sud America: +2,1%. Per il marchio Maserati, in crisi nera e affidato ora alla cure intensive di Santo Ficili, la stima è di ricavi in «rosso» del 59%.

Visti i numeri, sarà un battesimo non facile per il neo direttore finanziario di Stellantis, Doug Ostermann, subentrato a Natalie Knight, in uscita dall’azienda, che ha pagato alcuni «azzardi» sul futuro dei marchi subito smentiti da Tavares. Ostermann ha oltre 19 anni di esperienza in finanza ed è stato responsabile operativo del gruppo in Cina.
In Europa, tra gennaio e settembre, le immatricolazioni di nuove auto hanno quasi raggiunto gli 8 milioni di unità. Positive le performance di Spagna (+4,7%) e Italia (+2,1%), male i mercati francese e tedesco: rispettivamente -1,8% e -1%. Mentre le auto elettriche rappresentano il 17,3% del mercato europeo a settembre, rispetto al 14,8% del 2023, i volumi da inizio anno sono scesi del 5,8% con la quota totale passata al 13,1% dal 14% e guidata dal calo importante tedesco (-28,6%). Anche le immatricolazioni di ibride plug-in (motore termico e batteria ricaricabile) in settembre sono diminuite di un considerevole 22,3%. Si confermano positive, invece, superando quelle alimentate a benzina, le vetture ibride senza la spina: +12,5% e penetrazione del 32,8% dal 27,4% di un anno fa.

A meno di tre mesi dalla chiusura dell’anno e con in agguato le sanzioni Ue salatissime, fino a 15 miliardi, per i costruttori che nel 2025 non rispetteranno il nuovo limite di CO2 previsto per le emissioni (95 g/km), la situazione continua a essere in stallo. Il settore, eccetto Stellantis, sollecita infatti la revisione della norma, non risultando possibile arrivare a quel target visto che le vendite di auto elettriche non stanno rispettando le aspettative. Per tutta risposta, Stellantis, attraverso il nuovo capo dell’Europa Allargata, Jean-Philipe Imparato, intervistato da Automotive News, comunica l’intenzione di tagliare le produzioni di veicoli con motore tradizionale e favore di quelli elettrici, se questo mercato non subirà una scossa.

Una strategia che eviterebbe al gruppo di pagare sanzioni troppo salate, ma che non terrebbe conto, per esempio, della produzione in Italia già ai minimi storici e che da tale decisioni subirebbe un pericolosissimo contraccolpo. Nella Penisola, infatti, Fiat 500 elettrica e gamma «Folgore» di Maserati a parte, i siti di Stellantis sfornano per lo più vetture endotermiche e ibride.

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