"Quanti soldi pubblici avete preso?". Chiesta un'indagine sui conti (e i licenziamenti) di Stellantis

Il Carroccio vuole scoprire quanto denaro pubblico il gruppo automobilistico ha incassato in Italia e come lo ha utilizzato

"Quanti soldi pubblici avete preso?". Chiesta un'indagine sui conti (e i licenziamenti) di Stellantis
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La Lega di Matteo Salvini lancia una campagna per fare luce su Stellantis: il partito vuole scoprire quanto denaro pubblico il gruppo automobilistico ha incassato in Italia e come lo ha utilizzato. Con una serie di interrogazioni parlamentari, la Lega punta a svelare quanti lavoratori italiani sono stati licenziati o messi in cassa integrazione, e quanti stabilimenti sono stati aperti all’estero, spalancando un nuovo fronte di dibattito sugli investimenti del colosso automobilistico. La notizia arriva dal Carroccio che esprime solidarietà ai lavoratori dell’automotive e in particolare a quelli del gruppo Stellantis. “Faremo sentire la loro voce in tutte le sedi”, afferma il Carroccio.

Sul tema, Matteo Salvini ha affermato: “Il settore in crisi anche per colpa sua. L'amministratore delegato di Stellantis dovrebbe vergognarsi e chieder scusa. Non è più in condizioni di chieder niente per come hanno mal gestito e male amministrato un'azienda storica italiana. L'amministratore delegato e la dirigenza di Stellantis dovrebbero chiedere scusa agli operai, agli ingegneri, ai tecnici, agli italiani e alla storia dell'auto italiana”.

Le parole di Salvini arrivano dopo l’audizione di Tavares in Parlamento venerdì 11 ottobre dove il manager ha sottolineato che per sostenere la domanda in Italia servono notevoli iniezioni di incentivi, altrimenti sarebbe difficile riuscirci. Alla freddezza dei politici di fronte alla richiesta di nuovi incentivi statali, il manager ha risposto che non stavano chiedendo soldi per loro stessi, ma un aiuto per i cittadini italiani affinché potessero permettersi di acquistare i veicoli, poiché il sostegno era necessario per rendere accessibili i nuovi modelli ai consumatori. Carlos Tavares ha poi affermato che il progetto di una Gigafactory a Termoli, nella provincia di Campobasso, rientra nei piani dell’azienda. La capacità produttiva di questo stabilimento sarà determinata dalla rapidità con cui l’industria riuscirà a crescere nel settore delle celle per veicoli elettrici. Considerando l’obiettivo fissato da Bruxelles di avere tutte le auto elettriche entro i prossimi dieci anni, sarà necessario costruire 3-4 gigafactory in Europa per soddisfare la domanda. Tavares ha però sottolineato che questi impianti, che rappresentano un investimento enorme, saranno utili solo se ci sarà una domanda sufficiente; altrimenti, l’investimento non sarà effettuato. Questa incertezza potrebbe rappresentare una questione significativa per il tessuto economico del Belpaese, che punta su questo progetto per la crescita industriale e l’occupazione.

Sul tema è intervenuta anche Confindustria. La richiesta di nuovi incentivi da parte di Stellantis è “una pazzia”.

Lo dichiara il presidente della Confederazione generale dell'industria italiana, Emanuele Orsini, il giorno dopo l’audizione dell’amministratore delegato Carlos Tavares davanti alle Commissioni Attività produttive della Camera e Industria del Senato. “Noi abbiamo bisogno di piani industriali seri, imprese che siano serie sul territorio e restino, ovviamente, a costruire i propri prodotti nel nostro paese”, sottolinea.

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