I punti chiave
Sono quasi sei i milioni di euro (per l'esattezza 5 milioni e 850 mila) che la società di Mark Zuckerberg, Meta, dovrà sborsare per aver violato il divieto di pubblicità del gioco d’azzardo come previsto dall’articolo 9 del decreto-legge del 12 luglio 2018, n. 87 (il cosiddetto "Decreto Dignità"). È questa la multa comminata dall'AgCom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni).
Le accuse a Meta
Con un comunicato, l'Autorità ha cosi punito sia Facebook che Instagram dopo aver avviato un procedimento per le numerose segnalazioni arrivate che hanno accertato la presenza di "contenuti di promozione o comunque di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro". Nel dettaglio, i profili/account sotto inchiesta sono 18 di cui cinque su Instagram e 13 su Facebook oltre 32 contenuti che sono stati "sponsorizzati", in pratica diffusi dietro il pagamento di somme di denaro sui due social media con l'unico scopo di "promuovere e/o pubblicizzare attraverso video e immagini attività di gioco e scommesse online con vincite in denaro".
La società Meta, così come avvenuto nel recente passato sia nei confronti di Google che Twitch è stata ritenuta responsabile di una tipologia di pubblicità non conforme ai canoni di legge. L'AgCom spiega che la società non si è limitata ad ospitare, in maniera esclusivamente tecnica, passiva e automatica i contenuti messi online dagli utenti "ma abbia offerto un vero e proprio servizio pubblicitario; tale circostanza mette la stessa Società in condizione di conoscere l’illiceità del contenuto".
Per quanto riguarda i 18 profili/account di cui abbiamo parlato prima, Meta è ritenuta direttamente responsabile soltanto di cinque account perché, successivamente alla notifica dell’atto di contestazione, quel momento in cui la società viene a conoscenza del procedimento aperto nei suoi confronti sulla diffusione del materiale non conforme alla legge, "ha provveduto a rimuovere solo 11 dei 18 profili/account segnalati. La decisione è coerente con quanto previsto dall’articolo 6, comma 1, lett. b) del Regolamento per i servizi digitali (DSA). All’irrogazione della sanzione si accompagna, inoltre, un ordine di notice & take down, nonché un ordine di notice & stay down", sottolinea l'AgCom.
Il plauso dell'Unc
La notizia è stata presa molto positivamente dall'Unione Nazionale dei Consumatori (Unc) che sottolinea l'ottima notizia nel vietare pubblicità al gioco d'azzardo così come previsto dalle leggi italiane ma che, spesso e volentieri, rimane soltanto sulla carta. "Viene sistematicamente violato dalle emittenti televisive e molto spesso anche attraverso forme indirette, contenuti sponsorizzati su vari profili social, come abbiamo più volte denunciato", afferma Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. "Bene intervenire anche sulle piattaforme, a maggior ragione se offrono un vero e proprio servizio pubblicitario.
Adesso ci aspettiamo che i social network facciano ancora di più per potenziare le funzionalità che aiutano l'utente a comprendere se un post è sponsorizzato, rimuovere quelli ingannevoli o vietati dalla legge, come quelli sul gioco e sul fumo!", conclude Dona.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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