Se nel 2023 Stellantis ha prodotto in Italia 751mila veicoli, tra auto e furgoni, per fine 2024 la stima è molto al ribasso: poco sopra i 630mila. L’obiettivo, come da richiesta del governo e sfida raccolta dall’ad Carlos Tavares di arrivare al milione di unità, resta nel libro dei sogni. I dati relativi al primo trimestre, dall’analisi Fim-Cisl, non promettono nulla di buono. In tutto, rispetto al 2023, le fabbriche hanno sfornato il 9,8% di veicoli in meno. Per le sole macchine il calo è maggiore: -23,8% ovvero 105.255 unità. Ad attenuare seppur di poco il dato generale negativo sono i siti di Atessa (furgoni dei marchi Fiat, Peugeot, Citroën, Opel, Vauxhall e presto anche Toyota) e di Pomigliano d’Arco grazie alla Fiat Panda (+45% la produzione, affiancata ora dalla versione Pandina). In calo nella fabbrica campana (-9,5%) sono invece Alfa Romeo Tonale e la variante americana Dodge Hornet.
Gli altri impianti di Stellantis sono in profondo rosso con produzioni dimezzate. E non per colpa degli incentivi annunciati e non ancora validi. A pesare è la mancanza di nuovi prodotti accessibili e rispondenti alle esigenze del grande pubblico. Mirafiori: -51% e solo 12.580 auto sfornate tra Fiat 500 elettrica (11.360), in forte frenata, e le Maserati (1.320, prima con 5 modelli scesi ora a 2: GT e GC). Solo nel 2017, all’epoca di Fca, nel polo torinese il Tridente realizzava oltre 15mila veicoli. Nuovi inserimenti? Nulla di nuovo, visto che Stellantis ha posticipato dal ’25 al ’28 l’arrivo della nuova Quattroporte elettrica, mentre l’erede di Levante, sempre a batteria e annunciato nel 2027, potrebbe essere accasato altrove.
Forti timori a Modena, la casa di Maserati: solo 105 le MC20 in tre mesi (-68,2%), in attesa della versione Folgore (elettrica) da cui non si attendono scosse particolari.
Male anche Cassino (-40,7%), cioè 8.540 unità (da 153.263 del trimestre ’17) con Alfa Romeo Stelvio a fare da traino (52%), seguito da Maserati Grecale (28%) e Alfa Giulia (21%). Nel ’25 le nuove Stelvio e Giulia saranno solo elettriche, secondo le ultime conferme dell’azienda. Decisione che potrebbe essere rivista - come è accaduto per Fiat 600 e Jeep Avenger, solo a batteria al debutto e poi affiancate da versioni ibride e benzina - in base al mercato. Anche Melfi soffre (-51%) in attesa dei 5 nuovi modelli, annunciati solo elettrici, entro il ’26, con una produzione stimata in 260mila unità l’anno. Di buono c’è che le piattaforme utilizzate da Stellantis possono essere programmate anche su altre motorizzazioni. A Melfi, inoltre, viene allungata la vita a due ex Fca, Fiat 500X (sino a metà ’25) e Jeep Renegade (a fine ’26). Come è stato fatto a Pomigliano anche per la Panda, la cui produzione proseguirà fino al ’27 e forse anche oltre.
«L’Europa - commenta il neo leader Fim-Cisl, Ferdinando Uliano - deve fare con più forza una politica di sostenibilità sociale, in particolare nei Paesi produttori, in quanto sulla transizione abbiamo avuto prese di posizione da parte di governi che non hanno nei loro perimetri produzioni
nazionali e, quindi, le decisioni hanno un peso sociale meno importante. In Stati come Italia, Germania o Polonia il cambiamento comporta un effetto sull’occupazione che è stimato al 30% anche sulle aree di assemblaggio».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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