L’acquisizione di Vodafone Italia da parte di Swisscom per 8 miliardi e la sua successiva integrazione in Fastweb potrebbe non determinare quel cambiamento di scenario delle tlc italiane che oggi sembra alle viste. Fastweb, infatti, è forte nelle linee fisse e nella connettività Internet, mentre il vantaggio competitivo di Vodafone è nella telefonia mobile. Pertanto, si integreranno due realtà che, al momento, hanno poche sovrapposizioni.
Questo stato di cose non toglie che per Tim, alle prese con lo scorporo di NetCo che passerà alla cordata guidata da Kkr, il confronto con il mercato non possa definirsi «sfidante». Una volta che la rete sarà stata scorporata, infatti, per la società guidata dall’ad Pietro Labriola si aprirà una navigazione non certo facile. Basti pensare a un semplice dato: in Italia la fortissima concorrenza nella telefonia mobile ha generato un corsa alla riduzione dei costi, mentre gli investimenti sono rimasti sempre su livelli elevati. Tale situazione ha comportato una perdita di 14 miliardi per gli operatori negli ultimi 12 anni. Questa debolezza strutturale del settore delle telecomunicazioni è stata determinata, soprattutto a livello europeo, da un’interpretazione eccessivamente estensiva dell’apertura del mercato, forzando l’ingresso di nuovi operatori quando vi fosse l’abbandono da parte di un concessionario.
In ogni caso, l’aggregazione Fastweb-Vodafone Italia consentirà a Tim di dimostrare la propria «nobilitate». Senza il vincolo della rete, la nuova ServCo sarà libera di proporre offerte integrate e Labriola partirà con un piccolo vantaggio, potendo offrire anche i contenuti, oltre alla connettività. Ovviamente, occorrerà assistere anche alle reazioni di Wind-Tre e di Iliad cui l’essersi fatta soffiare la controllata italica del colosso britannico non è andato proprio giù. La nuova integrazione, tuttavia, non dovrebbe creare problemi di Antitrust in quanto Swisscom non produce i due terzi dei ricavi all’interno dell’Unione e che due terzi del fatturato provengono dall’Italia. Dunque, sarà soprattutto una questione in mano all’Authority presieduta da Roberto Rustichelli.
Insomma, la vera sfida si apre adesso considerato che, senza NetCo, Tim potrà avere le mani libere per crescere in un mercato nel quale finora le erano stati posti dinanzi molti paletti. Allo stesso tempo, tuttavia, non si possono non evidenziare le ricadute occupazionali del quadro che si va delineando. Se dei 40mila dipendenti di Telecom Italia poco meno della metà dovrebbero nella nuova entità della rete, discorso diverso per quanto riguarda la nuova realtà della telefonia fissa e mobile. In Vodafone Italia lavorano all’incirca 5.500 persone e in Fastweb 3.200. I sindacati, soprattutto la Cisl, sono preoccupati dal fatto che eventuali sovrapposizioni possano determinare esuberi che andrebbero comunque gestiti con la nuova compagine alla guida del conglomerato.
Non meno rilevante il fatto che Swisscom con Fastweb-Vodafone sarà il primo fornitore di rete in fibra con la tecnologia «Ftth« (cioè fino dentro casa) e il secondo gestore di linea fissa dietro a Tim. Labriola dovrà accelerare anche su questo versante.
Intanto, si attende il via libera al passaggio di NetCo alla nuova proprietà di modo che anche Open Fiber (60% Cdp e 40% Macquarie) possa passare in questa nuova realtà e completare il piano «Italia 1 Giga», caratterizzato dai ritardi causati dagli errori nelle mappature.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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