Baggio a furor di popolo commissario tecnico di un’ippica da rifondare

L’esasperante situazione di stallo - tanto per usare un termine legato al mondo del cavallo - purtroppo non lascia presagire nulla di buono per l’ippica di casa nostra. Alla voce desaparecido ci mettiamo di diritto il piano di rilancio di cui il settore avrebbe bisogno come dell’aria che respira. Dopo una gestazione smisurata - e pure costosa assai - la montagna ha infine partorito un topolino. E il gatto se l’è pure mangiato con un contorno di rinvii, proteste e ricorsi assortiti. La casa brucia ma ci si ostina ad annaffiare il proprio orticello che non deve rinunciare neanche ad una zolla. Decisioni di una priorità assoluta vengono regolarmente rinviate. Come il grottesco ping pong fra il Cda dell’Unire e il Collegio sindacale per l’approvazione di un bilancio preventivo che non sta in piedi dovunque lo si rigiri. È slittato pure il commissariamento dell’ente e il fatto non alleggerisce certo la situazione. Il manager trevigiano Tiziano Baggio, uomo di fiducia dell’ottimo ministro Zaia, ha tutti i diritti di esercitare le sue funzioni con pieni poteri, senza paracarri che remino contro.
Per il bene dell’ippica speriamo che assuma la carica al più presto portando con sé un camion di barili di olio di gomito, merce sempre più rara. E speriamo pure, fattore basilare, che si affidi a consiglieri capaci e disinteressati che lo indirizzino nel modo migliore in un settore di difficilissima interpretazione e dove trappole e lacciuoli sono insidie naturali. Personalmente, lo abbiamo detto e lo ripetiamo, siamo convinti che in questo periodo «storico» l’ippica di casa nostra abbia bisogno di ottenere un contributo fisso per il periodo di realizzazione del piano industriale. Un accordo ponte - in perfetto stile Coni, per intenderci - della durata di un paio d’anni che possa consentire al settore di arginare la crisi. Sappiamo che non mancano gli ippici che non vedono di buon occhio questa soluzione. Preferirebbero risollevarsi con le proprie forze: peccato che, a nostro avviso, sia soltanto un’utopia.
Senza le risorse per tornare sui mass media - soprattutto sulla televisione in chiaro - l'ippica sembra destinata ad un irrefrenabile declino. Del resto quale altro sport sarebbe sopravvissuto con un black-out televisivo che dura ad almeno tre lustri? Per non parlare del sistema delle scommesse che va rifondato alle fondamenta con l'apporto di supertecnici (magari rivolgendosi a consulenti esteri). Intanto le proiezioni di quest'anno sono sin troppo eloquenti e drammatiche: 1,75 miliardi di euro di raccolta totale. Caporetto, in confronto, è stata una scampagnata.
Terminiamo queste note funeree con i fatti della pista, ben più divertenti. Il week end appena andato in archivio è stato all'insegna di Enrico Bellei, un driver che tutto il mondo ci invidia.

Nella sua Firenze il figlio dell'indimenticabile Nello ha dato spettacolo conquistando il «Ponte Vecchio» con il risorto eroe di mille battaglie Ghiaccio del Nord e il Dante Alighieri con la giovane speranza Noè degli Dei.

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