Banche in crisi, crescita ferma e poco lavoro Ma che cosa avrà mai da ridere Sarkozy?

Il presidente francese ironizza sulla situazione economica dell'Italia, ma farebbe bene a guardare al suo Paese. Aumento del fallimento delle imprese, spread ai massimi, banche in crisi, minaccia di taglio del rating, crescita al ribasso e popolarità ai minimi. GUARDA IL VIDEO

Banche in crisi, crescita ferma e poco lavoro Ma che cosa avrà mai da ridere Sarkozy?

Ride bene chi ride ultimo, recita il proverbio. Ma Sarkozy farebbe bene a non ridere proprio. Soprattutto se il tema è la situazione economica dell'Eurozona e il ruolo dell'Italia per arginare la crisi. Perché la Francia del presidente spocchioso e ridanciano non naviga in buone acque. Se non fosse stato per la presenza della cancelliera tedesca Angela Merkel, l'espressione tronfia e irriverente con annessa la risata di Sarkò sarebbe naufragata nel ridicolo. E le ultime dichiarazioni del governo tedesco relegano il presidente francese in una situazione che rasenta il parossismo.

Francia e Germania considerano l’Italia un paese economicamente molto forte, un importante membro Ue e uno dei nostri partner più stretti”, afferma il portavoce del governo tedesco Seibert che poi ha aggiunto: “L’Italia è un paese dalle prestazioni economiche molto alte che ha, tuttavia, un alto debito”.

Insomma, la Germania parla a nome della Francia. E il motivo è presto detto. Sarkò ha poco da ridere e da gongolare. E, soprattutto, poco da insegnare. La sua Francia non naviga propriamente nell'oro. Anzi. Ha uno dei sistemi bancari più deboli dell'Eurozona, con alcuni istituti falliti e salvati dallo Stato, vedi Dexia e altri esposti con i titoli del debito pubblico greco per svariati miliardi.

Soltanto pochi giorni fa è passata sotto la lente di ingrandimento di Moody's che ha annunciato di aver messo sotto esame l'outlook sul rating sovrano a tripla A e ha minacciato che potrebbe passare da "stabile" a "negativo". Parigi insomma rischia tra tre mesi di vedersi tagliato il proprio rating di eccellenza, se il piano di salvataggio europeo per le banche e i paesi membri dovesse fallire. Moody's ha sottolineato che la solidità finanziaria del governo transalpino si è indebolita a causa della crisi economica e finanziaria globale e ha rimarcato che il livello di indebitamento della Francia è peggiore rispetto a quello degli altri Paesi che hanno la tripla A.

A questo quadro si aggiungo i dati sulle imprese, non proprio entusiasmanti. Infatti, secondo l'Insee l’agenzia di statistica e analisi economica transalpino, che ha contato 4.904 casi di imprese finite in procedure fallimentari a maggio, si è verificato un brusco aumento dei fallimenti di imprese in Francia: lo scorso maggio, dopo tre mesi consecutivi di diminuzione, sono improvvisamente aumentati del 19,4 per cento.

E poi ancora, parlando del settore industriale, si scopre, guarda un po', che l'Italia supera di molto la Francia in tema di ordini industriali. Infatti, secondo l'Eurostat, l’ufficio di statistica europeo, c'è stato un boom dei nuovi ordini in Italia, che ha messo a segno un incremento del 6 per cento dopo il +0,7 per cento di luglio (+6,3 per cento su anno). Segno positivo anche per la Francia, ma che ha registrato solo un +2,8 per cento, quasi quanto la Spagna (+2,7) e addirittura meno della Grecia (+3,3). Male invece la Germania (-1,2 per cento).

Se poi si analizza la situazione dei mercati finanziari, ecco che il quadro che emerge non è proprio sorridente per Sarkozy. Infatti, il differenziale degli Oat francesi con il Bund a 119,5 è ai massimi.

Per non parlare poi del fatto che il Paese d'Oltralpe non realizza un surplus di bilancio dal 1974, che nel 2010 il deficit è stato circa del 7%, che la disoccupazione di quest'anno si attesta intorno al 9%.

Se poi si aggiunge che, secondo un sondaggio pubblicato da Liberation, il 48% dei francesi ha più fiducia nelle capacità di Hollande (nuovo candidato socialista) per migliorare la situazione finanziaria del paese, allora si capisce come i francesi abbiano abbandonato il loro presidente e non lo reputino all'altezza nella gestione della crisi dell'euro.

Come sottolinea Liberation, il 75% dei francesi ritiene che l’azione di Sarkozy “non sia stata del tutto efficace” nella lotta contro il deficit pubblico e nel sostegno alla crescita economica.

Il quotidiano economico Les Echos scrive che la Germania “ha preso il comando e vuole qualcosa in più di parole sulla convergenza budgetaria”, di fronte a una Francia “fragilizzata dalle sue stesse finanze pubbliche”. “Parigi si inchinerà al diktat di Berlino? Tutto lo fa temere”, scrive il quotidiano comunista L’Humanité.

Insomma, prima di

ridere della situazione economica di altri paesi o anche di un altro leader europeo, è bene che Sarkozy guardi un attimo in casa propria. Così facendo, forse difficilmente troverà la forza di sorridere...

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