La Bce teme la stagnazione del Pil

Nel Bollettino economico si sottolinea il miglioramento del mercato del lavoro, mentre le prospettive di inflazione restano in linea con i target. Ma sui tassi si navigherà a vista

La Bce teme la stagnazione del Pil

L’economia dell’area euro "dovrebbe restare debole nel breve periodo". È quanto si legge nel bollettino economico pubblicato oggi dalla Banca Centrale Europea (Bce), che evidenzia come le indagini segnalino "una perdurante contrazione nel settore manifatturiero, a fronte di un’espansione nel comparto dei servizi". Il clima di fiducia dei consumatori rimane fragile e le famiglie "non hanno ancora tratto dall’aumento dei redditi reali uno stimolo sufficiente a incrementare significativamente la propria spesa". Tuttavia, "continuano a sussistere i presupposti per una ripresa".

Nonostante l’indebolimento dell’attività economica negli ultimi mesi, il mercato del lavoro continua a mostrare segni di solidità, con un tasso di disoccupazione al 6,3% a dicembre. "Un mercato del lavoro solido e redditi più elevati dovrebbero migliorare il clima di fiducia dei consumatori e consentire un aumento della spesa". Inoltre, la maggiore convenienza del credito "dovrebbe stimolare i consumi e gli investimenti nel corso del tempo". La ripresa potrebbe essere sostenuta anche dall’aumento della domanda mondiale, a condizione che "le tensioni commerciali non si intensifichino".

Sul fronte dell’inflazione, la Bce ribadisce di essere "determinata ad assicurare che l'inflazione si stabilizzi durevolmente sul suo obiettivo del 2 per cento a medio termine". Il Consiglio direttivo seguirà un approccio basato sui dati per definire l’orientamento della politica monetaria, decidendo di volta in volta in base alle prospettive di inflazione, alla dinamica dell’inflazione di fondo e all’intensità della trasmissione della politica monetaria. "Il Consiglio direttivo non intende vincolarsi a un particolare percorso dei tassi".

Il processo di disinflazione nell’area euro è "ben avviato". L’inflazione "ha continuato a evolvere sostanzialmente in linea con le proiezioni" e dovrebbe tornare all’obiettivo del 2% nel corso del 2025. Tuttavia, "l'inflazione interna rimane elevata, principalmente perché salari e prezzi in determinati settori si stanno ancora adeguando con considerevole ritardo al passato incremento dell'inflazione". La crescita delle retribuzioni "si sta però moderando, in linea con le attese, e i profitti ne stanno parzialmente attenuando l'impatto sull'inflazione".

Secondo i dati, "l’inflazione sui dodici mesi è salita al 2,4 per cento a dicembre 2024, dal 2,2 di novembre". L’aumento era previsto e riflette il venir meno degli effetti dei precedenti cali dei prezzi dell’energia. Nel dettaglio, "l’inflazione della componente alimentare è diminuita al 2,6 per cento e quella dei beni allo 0,5, mentre è cresciuta al 4 per cento per i servizi". La BCE prevede che "l’inflazione oscilli intorno ai livelli attuali nel breve periodo, per poi attestarsi stabilmente intorno all’obiettivo del 2 per cento a medio termine".

Sul fronte dei rischi per la crescita, "i rischi per la crescita economica restano orientati verso il basso". Maggiori frizioni nel commercio internazionale potrebbero penalizzare le esportazioni e l’economia dell’area euro. Il calo di fiducia "potrebbe impedire ai consumi e agli investimenti di recuperare al ritmo atteso" e il quadro potrebbe essere ulteriormente aggravato dai rischi geopolitici, come "la guerra ingiustificata della Russia contro l’Ucraina e il tragico conflitto in Medio Oriente". Questi fattori potrebbero causare "interruzioni nelle forniture di energia e gravare ulteriormente sugli scambi internazionali".

Le recenti riduzioni dei tassi di interesse da parte del Consiglio direttivo stanno progressivamente rendendo più accessibili i nuovi prestiti per imprese e famiglie. Tuttavia, "le condizioni di finanziamento continuano a essere rigide, anche perché la politica monetaria rimane restrittiva e i passati rialzi dei tassi di interesse si stanno ancora trasmettendo ai crediti in essere".

La Bce riporta che "secondo la stima rapida preliminare dell’Eurostat, l’economia ha ristagnato nel quarto trimestre del 2024". Gli indicatori suggeriscono che "dovrebbe restare debole nel breve periodo", con una contrazione nel settore manifatturiero e un’espansione nei servizi. Tuttavia, "continuano a sussistere i presupposti per una ripresa".

A livello globale, "le importazioni statunitensi sono rimaste vigorose alla fine dell'anno, forse in presenza di incertezze sulle politiche commerciali della nuova amministrazione degli Stati Uniti". Secondo i dati, nel quarto trimestre del 2024 le importazioni statunitensi hanno rappresentato una determinante chiave della crescita del commercio mondiale. Tuttavia, "in prospettiva", la situazione potrebbe cambiare poiché "nuovi dazi" potrebbero determinare "andamenti sfavorevoli".

Infine, la Bce sottolinea l'importanza delle politiche strutturali e di bilancio per rafforzare la competitività dell’economia dell’area euro. "Le politiche strutturali e di bilancio dovrebbero accrescere la produttività, la competitività e la capacità di tenuta dell’economia". Il Consiglio direttivo accoglie con favore l’iniziativa della Commissione europea denominata "Bussola per la competitività", che fornisce un piano d’azione concreto.

Inoltre, la Bce invita i governi ad attuare pienamente e tempestivamente i propri impegni nell’ambito della governance economica dell’Ue, per "ridurre stabilmente il disavanzo di bilancio e il rapporto debito pubblico/Pil, dando al tempo stesso priorità a riforme e investimenti volti a favorire la crescita".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica