Bce verso nuovo taglio dei tassi: ecco cosa attendersi e gli effetti sui mutui

Bce verso nuovo taglio dei tassi: ecco cosa attendersi e gli effetti sui mutui

Tutto apparecchiato sui mercati per due giorni all'insegna delle banche centrali. Si parte stasera con la prima riunione dell'anno della Federal Reserve da cui non sono attesi cambiamenti. La riunione di questa sera sarà comunque molto importante soprattutto per le indicazioni che potrebbero emergere per le future decisioni, ossia sulla durata della pausa. Negli ultimi giorni è cresciuta anche l'attesa per possibili riferimenti da parte di Powell a temi quali la turbolenza delle azioni tecnologiche e l'indipendenza della Fed alla luce delle insistenti richieste del neo presidente Donald Trump di tassi più bassi.

Fed verso pausa prolungata, Bce pronta a nuovi tagli
Nonostante l'inflazione leggermente inferiore alle attese a dicembre, la forza del mercato del lavoro statunitense dovrebbe indurre il presidente Jerome Powell a mantenere una comunicazione cauta. "La Fed ha bisogno di vedere una significativa debolezza economica e un'inflazione più bassa per giustificare ulteriori tagli dei tassi - argomentano gli esperti di Ing - . Per il momento, il mercato del lavoro e i salari si stanno gradualmente raffreddando, ma non abbastanza per riprendere l'allentamento". Attualmente il mercato si attende che un nuovo taglio da 25pb arriverà solo a giugno. In generale ad oggi sono prezzati 50 bp di tagli entro la fine dell'anno.
Oltre alla Fed avremo anche le decisioni delle banche centrali di Canada, attesa ridurre i tassi di 25pb, e del Brasile atteso invece alzare di 100pb. Domani sarà invece il turno del consiglio direttivo della Bce. E tutte le attese sono di un nuovo taglio dello 0,25% dal 3 al 2,75% e nelle ultime uscite pubbliche Christine Lagarde ha lasciato intendere che il percorso di riduzione dei tassi continuerà. Anche il presidente della Bundesbank Joachim Nagel, si è mostrato aperto a tagli del costo del denaro.

Fino a dove possono scendere i tassi in Europa?
Christine Lagarde ha fatto capire che il tasso neutrale, ossia quello che non stimola né comprime l’economia, può essere individuato tra l’1,75% e il 2,25%. François Villeroy de Galhau, governatore della banca centrale francese, è tra quelli che maggiormente premono verso tassi più bassi e più velocemente - così come il numero uno di Bankitalia, Fabio Panetta - con il livello del 2% da raggiungere entro l'estate.
In generale le attese sono di una comunicazione improntata ancora sulla prudenza da parte dell'Eurotower, mantenendo pertanto l'indicazione della "dipendenza dai dati" con decisioni prese riunione per riunione.

Tra gli elementi che la Bce sicuramente inizierà a prendere in considerazione c'è la questione dazi. Stando a quanto riportato dal Financial Times, il neo segretario al Tesoro Usa, Scott Bessent, sarebbe favorevole a dazi universali inizialmente al 2,5%, con un aumento graduale mese dopo mese potenzialmente fino al 20%. Il presidente Trump ha subito puntualizzato che vuole dazi “ben superiori”. Chiaramente questo pone per la Bce il problema delle potenziali ricadute sulla crescita dell’Eurozona. In tal senso il capo economista della Bce, Philip Lane, ha spiegato come anche tariffe lievi impatterebbero sulle prospettive di crescita nell’area euro.

L'incognita dazi
Gli esperti concordano sui venti avversi che soffiano sull'economia del Vecchio continente. "I rischi legati ai dazi aggiungono ora un ulteriore elemento di incertezza alle prospettive dell'area dell'euro - asserisce Peter Goves, Head of Developed Market Debt Sovereign Research di MFS IM - . Pertanto, continuiamo a ritenere che il nostro scenario centrale preveda ulteriori tagli quest'anno, portando il tasso di riferimento a circa l'1,75%". “Nel breve termine, le sfide strutturali, l’incertezza commerciale e la paralisi politica che la regione sta affrontando – in attesa dell’esito delle elezioni federali tedesche di fine febbraio – presentano un quadro piuttosto negativo per le prospettive europee nel 2025", argomenta Michael Krautzberger, Global CIO Fixed Income di Allianz Global Investors, che indica come nota positiva il fatto che "le condizioni finanziarie della regione si stanno allentando", proprio grazie alle aspettative di una rapida rimozione della politica restrittiva della Bce.
Lo scenario apparer segnato e il Consiglio direttivo è atteso continuare a tagliare i tassi a un ritmo costante. Shaan Raithatha, Senior Economist di Vanguard Europe, vede i tassi scendere fino a raggiungere l'1,75% in estate. "I rischi principali per questo scenario - puntualizza l'esperto - includono un'ulteriore crescita dei prezzi dell'energia e una sorpresa nella politica commerciale (ci aspettiamo ancora che le auto europee siano prese di mira). Anche le elezioni tedesche del 23 febbraio potrebbero influenzare le prospettive di medio termine".

Gli effetti sui mutui
Il nuovo taglio dei tassi si dovrebbe tradurre in condizioni più vantaggiose per i mutui. Stando ai calcoli dell'Osservatorio di MutuiOnline.it, un taglio dello 0,25% porterebbe il TAN medio dei mutui a tasso variabile (ossia gli interessi che si pagano alla banca per un mutuo) al 3,68% dal 3,93% a cui si è attestato a dicembre. Le migliori offerte potrebbero arrivare a TAN anche al 3,24%. Questo si traduce, per un mutuo da 150.000 euro della durata di 20 anni, in una la rata media di 884 euro dai 903 euro attuali, con un risparmio fino a 19 euro al mese.
MutuiOnline.

it stima che la Bce taglierà i tassi di altri 25 punti base anche nelle prossime tre riunioni e quindi il TAN medio dei mutui potrebbe scendere fino al 3,18%, ossia rate mensili fino a 58 euro più leggere rispetto ad oggi.

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