Orcel: "Saremo implacabili sugli obiettivi"

L’istituto pronto a entrare nel risiko bancario. Ok all’aumento di stipendio del ceo a 10,8 milioni

 Orcel: "Saremo implacabili sugli obiettivi"
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«So dove possiamo arrivare, saremo implacabili nella nostra determinazione a migliorare». L’amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel, non ha intenzione di fermarsi dopo aver macinato 18 miliardi di utili nel suo primo triennio alla guida dell’istituto. Il banchiere al timone di Unicredit si rituffa nella mischia per un altro triennio sostenuto da un consenso quasi plebiscitario alla lista del cda (il 91,49% del capitale presente) che lo proponeva come ceo in ticket con il presidente Pier Carlo Padoan. «Sono entusiasta di iniziare il mio secondo mandato come amministratore delegato di Unicredit», ha affermato Orcel dopo la riconferma, «non ho mai dato per scontata questa nomina e continuerò a impegnarmi e a lavorare senza sosta per meritare questa fiducia». E poi: «L’anno scorso non abbiamo solo raggiunto i nostri target, li abbiamo superati. Il 2023 è stato l’anno in cui tutti hanno avuto la certezza che Unicredit è un vero e proprio leader nel settore bancario». Spazzato via anche chi aveva storto il naso sul maxi-stipendio di Orcel, come il proxy advisor Glass Lewis, che aveva consigliato gli azionisti di votare contro l’aumento giudicato «eccessivo»: senza esitazione, l’88% dei soci ha ritenuto di dire ok ai 10,8 milioni (da 9,9 milioni) del nuovo compenso qualora centrerà tutti i target. In molti devono aver apprezzato la generosa distribuzione di capitale ai soci (17,6 miliardi dal 2021) e un titolo che, dal primo giorno da amministratore delegato di Orcel, ha fatto segnare una crescita del 339% (ieri +0,22%). Naturalmente l’aumento dei tassi e la congiuntura economica hanno dato una mano, ma sta di fatto che Unicredit è l’istituto che ha corso più di tutti: e qui sta la cifra di Orcel. «Il nostro fine ultimo, la nostra ambizione più grande - ha aggiunto il manager - è diventare la banca per il futuro dell’Europa». Il riferimento pare essere proprio alla campagna acquisti, da effettuarsi in Italia o in altri mercati di riferimento dell’istituto. E con un budget di oltre 10 miliardi sono numerose le operazioni possibili (Mps compresa) per l’istituto che punta a essere una banca leader in Europa. «La nostra sfida per il 2024 e oltre è continuare a migliorare le prestazioni, infrangere altri record, spingerci sempre oltre i nostri obiettivi», ha concluso Orcel. E ancora: «Non do per scontata la mia posizione, la vedo piuttosto come qualcosa che devo meritare ogni giorno. È per questo che continuerò a lavorare incessantemente».
L’assemblea, dove era presente il 68,8% del capitale, ha approvato il bilancio record del 2023 (con il 99,37% dei voti presenti), il dividendo (99,96%) e il buy-back (96,7%). Agli azionisti andrà una cedola di 1,80 euro per azione, mentre 1,12 miliardi finiranno in una riserva non distribuibile alternativa al pagamento della tassa sugli extraprofitti delle banche.
Il nuovo board dell’istituto sarà composto da Pier Carlo Padoan, Andrea Orcel, Paola Bergamaschi, Elena Carletti, Marcus Johannes Chromik, Antonio Domingues, Jeffrey Alan Hedberg, Beatriz Angela Lara Bartolomè e Maria Pierdicchi, tratti dalla lista presentata dal board uscente.

Mentre Vincenzo Cariello e Francesca Tondi provengono dalla lista numero 2, riconducibile a una pluralità di investitori istituzionali. Per il controllo di gestione, invece, sono stati nominati Marco Giuseppe Maria Rigotti (presidente), Paola Camagni, Julie Birgitte Galbo, Gabriele Villa.

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