"Quella di Unicredit? Un'offerta ostile". Il contrattacco di Bpm

La proposta è stata presentata senza un accordo preventivo con il cda di Banco BPM, motivo per cui è stata percepita come ostile non solo dalla banca ma anche dal governo, che attraverso Bpm stava lavorando per comporre un terzo polo bancario insieme a Mps e Anima

"Quella di Unicredit? Un'offerta ostile". Il contrattacco di Bpm
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Dopo una giornata di silenzi seguita all’offerta pubblica di scambio di Unicredit, per il Banco Bpm è giunto il momento di passare al contrattacco. Questa mattina, infatti, nell’ambito di un consiglio d’amministrazione già previsto da tempo, a tenere banco giocoforza sarà l’informativa ai consiglieri circa l’offerta dell’istituto guidato da Andrea Orcel. C’è un’aria tesa e poca voglia di parlare, ma all’ingresso del cda dalla stampa è stato chiesto a Mauro Paoloni, consigliere di Banco Bpm, se percepisse come ostile l’offerta pubblica di scambio di Unicredit. La sua risposta è stata stringata, ma eloquente: “Si”.

L’Ops di UniCredit, del valore di 10,1 miliardi di euro, prevede uno scambio di 0,175 nuove azioni UniCredit per ogni azione Banco Bpm, con l’obiettivo di delistare Banco Bpm e procedere a una fusione tra i due istituti. Tuttavia, la proposta è stata presentata senza un accordo preventivo con il Consiglio di amministrazione di Banco BPM, motivo per cui è stata percepita come ostile non solo dalla banca ma anche dal governo, che attraverso Bpm stava lavorando per comporre un terzo polo bancario insieme a Mps e Anima.

Ora, a valle del cda, non è ancora chiaro se arriverà una comunicazione dall’istituto guidato da Giuseppe Castagna. Certo è che al momento tutte le ipotesi sono aperte, anche una possibile contromossa di Credit Agricole, istituto francese azionista di Bpm con oltre il 9% delle quote e che ieri si è trincerato dietro un “no comment”.

Intanto un portavoce della banca francese smentisce le voci di manovre di Credit Agricole, primo

azionista di Banco Bpm con il 9,2% del capitale, specificando che non ha chiesto alla Bce l’autorizzazione per salire oltre la soglia del 10% dell’istituto, per il quale UniCredit ha lanciato un’Ops da oltre 10 miliardi di euro.

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