Bangkok, ribelli assediati Ucciso reporter italiano Via ai nuovi coprifuoco

Nuove vittime per gli scontri. Fra queste un giornalista italiano, Fabio Polenghi (video). I ribelli accerchiati si arrendono. Ma gli scontri non si fermano: in fiamme Channel 3, la Borsa ed edifici

Bangkok, ribelli assediati 
Ucciso reporter italiano 
Via ai nuovi coprifuoco

Bangkok - Non si ferma la protesta per le strade di Bangkok, messa a ferro e fuoco dagli scontri fra i manifestanti anti-governativi e le forze di sicurezza. I militari sono intenzionati a schiacciare la rivolta, senza badare al sottile. Per questo, ha fatto sapere la task force che gestisce la crisi in Thailandia, gli incendi dolosi e gli atti di terrorismo comporteranno la pena di morte. Nel riferirsi implicitamente agli attentati incendiari ed ai saccheggi, il direttore generale del Dipartimento per le indagini speciali thailandese, Tharit Pengdit, in un discorso in tv ha annunciato che "a polizia e soldati sono state date istruzioni per risolvere la situazione e usare le armi per scoraggiare o prevenire tali atti".

Morto fotoreporter italiano Fra le vittime degli ultimi scontri c'è anche un giornalista italiano: Fabio Polenghi, colpito al cuore e all'addome. Il fotografo è stato riconosciuto da una amica attraverso le immagini diffuse dalla televisione del suo trasporto in ospedale. Dopo l'intervento dell'esercito le camicie rosse si arrendono, ma continuano gli scontri in città: in fiamme la Borsa e la sede della televisione Channel 3. Centinaia di "camicie rosse", tra cui molte donne, intrappolate all’interno del tempio Wat Panum. I social network Twitter e Facebook sono stati oscurati dalle autorità, poche ore dopo la censura applicata anche alle televisioni nazional.

Continuano gli scontri Nonostante la resa delle camicie rosse gli scontri non si arrestano. La Borsa di Bangkok e il più grande centro commerciale della capitale thailandese sono stati dati alle fiamme dalle camicie rosse. Secondo quanto riferito da fonti locali, l’incendio è stato appiccato al primo piano della Borsa e a un’area di Central World, il secondo centro commerciale del sud-est asiatico. Brucia anche la sede dell’emittente televisiva Channel 3: inutile l'intervento tempestivo dei vigili del fuoco. Sono una ventina gli incendi appiccati in varie zone di Bangkok dalle camicie rosse dopo che l’intervento dell’esesrcito ha messo fine all’occupazione del quartiere commerciale.

L'assalto delle truppe blindate Truppe e veicoli blindati dell'esercito hanno sfondato l'accampamento delle "camice rosse" antigovernative nel centro di Bangkok. "Per favore, lasciate il sito immediatamente. Le autorità stanno per condurre un'operazione", è risuonato dai megafoni secondo quanto riferisce una televisione annunciando in sostanza l'inizio di un tentativo di sgombero forzato dell'area di tre chilometri quadrati nel centro della capitale occupata dai sostenitori dell'ex-premier Thaksin Shinawatra. "I negoziati sono finiti", ha detto il generale Lertrat Rattanavanich, uno dei 60 senatori che hanno cercato di mediare tra il governo e i manifestanti. "Il governo ha deciso di far rispettare la legge in maniera definitiva. I dati in nostro possesso ci dicono che l'esercito vincerà ma le perdite saranno insopportabili".

La resa delle camicie rosse Per penetrare nell'accampamento delle 'camicie rosse' i blindati hanno camminato sui binari della metropolitana sopraelevata Skytrain, che viaggia a circa 20 metri dal suolo e garantisce una copertura in cemento armato da eventuali spari provenienti dal basso. Dalla fermata di Sala Daeng, 150 metri a sud della barricata di Silom che alcuni blindati hanno già sfondato, i binari dello Skytrain consentono ai militari di arrivare a piedi fino alla Ratchaprasong Intersection, nel centro della cittadella rossa.Solo dopo un paio d'ore l'esercito thailandese ha interrotto la sua avanzata verso il centro dell'accampamento per facilitare lo sgombero pacifico dei manifestanti. "I leader terroristi si sono arresi alle 13.45 (le 8.45 in Italia) sotto la pressione delle truppe - ha detto Sansern - per ora interromperemo le operazioni nell'area".

Il premier: abbiate fiducia nel governo Il primo ministro thailandese Abhisit Vejjajiva ha rivolto un messaggio ai cittadini, invitandoli ad avere fiducia nel processo del governo per stabilizzare la situazione politica del Paese. "Le difficoltà passeranno", ha detto Abhisit alla nazione durante un programma televisiono andato in onda alle 10 di sera (ora locale). Le dichiarazioni del premier seguono il coprifuoco imposto dalle 20 di mercoledi e fino alle 6 di giovedi mattina a Bangkok e in altre 23 province delle 76 che compongono la Thailandia. L’obiettivo del governo è quello di ristabilire l’ordine dopo oltre due mesi di proteste, iniziate il 12 marzo e terminate oggi con la decisione dei leader delle Camicie rosse di arrendersi.

Appello di Ban Ki-Moon: basta violenze Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-Moon, si è detto "profondamente preoccupato" per la spirale di violenza in Thailandia.

Lo ha reso noto il portavoce Martin Nesirky sollecitando le autorità e i leader della protesta "a prendere ogni possibile misura per evitare ulteriori ondate di violenza e perdite di vite umane e ad affrontare pacificamente le questioni".

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