Bardelli pronto a dare le dimissioni. E Sala: "Mele marce in Comune"

Il sindaco vedrà oggi l'assessore finito nelle chat: "Mi dispiace, ha lavorato bene". Stoppa il rimpasto e sposta dirigenti, ma Calenda e i renziani ora lo sfiduciano

Bardelli pronto a dare le dimissioni. E Sala: "Mele marce in Comune"
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Ha messo la pietra tombale sul Salva Milano ma precisando che già «non era in buona salute, nell'ultimo paio di mesi già si era capito che si rischiava di non andare da nessuna parte». Il sindaco Beppe Sala ha gettato nel cestino la norma osteggiata dal Pd ma da lui difesa in tutte le sedi, e minacciando dimissioni o «problemi politici», per sbloccare l'urbanistica milanese. Due giorni fa il dietrofront, che apre una frattura con i centristi che proprio nei giorni scorsi si candidava a «federare» o conquistare con una nuova formazione. La deputata di Azione e capogruppo dei Riformisti in Comune Giulia Pastorella che il dietrofront «danneggia la città, danneggia la maggioranza, non ritenevamo e non riteniamo che le evoluzioni delle inchieste inficino e vanifichino la norma necessaria». Una rinuncia per le indagini? «É una posizione strumentale del Pd che non ha mai creduto veramente nella norma» affermano lei e i consiglieri di Azione Daniele Nahum e Carmine Pacente, «non siamo d'accordo con il sindaco». Chiede una «verifica di maggioranza urgente» il coordinatore provinciale Francesco Ascioti, «questa schizofrenia (di Sala) toglie credibilità alla maggioranza». Anche Italia Viva, con il coordinatore milanese Ivan Scafarotto, difende il ddl e chiede al sindaco di «portare soluzioni in consiglio». Sala archivia per ora le proteste: «Il Salva Milano è stato da sempre e continuerà ad esserlo, io ho ritenuto onesto e maturo fare un passo indietro». Ma non finirà qui.

Un problema alla volta. Oggi il sindaco vedrà l'assessore alla Casa Guido Bardelli, dopo le intercettazioni emerse in cui criticava (nel settembre 2023 quand'era ancora legale) l'assessore alla Rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi in una chat con l'ex dirigente comunale Giovanni Oggioni e scriveva che «bisogna mandare a casa questa giunta», le dimissioni sono inevitabili. «Lo vedrò domani (oggi, ndr.) e prenderemo una decisione insieme però è chiaro che lui stesso è consapevole che la situazione non è semplice» ha dichiarato Sala, lasciando intendere che non ci sono altre vie d'uscita visto che giù prevede che il Piano Casa appena messo in piedi da Bardelli resterà orfano, «è un problema che adesso avrò». Ma difende l'assessore che aveva «scelto personalmente» e «umanamente mi spiace perchè si è fatto apprezzare in questi mesi da tutti, anche dal Pd che aveva avuto qualche mal di pancia», puntava alla poltrona e non gradiva che fosse assegnata ad un ex presidente della Compagnia delle Opere. Stoppa invece la richiesta del Pd di fare un rimpasto allargato e rimpiazzare un paio di assessori: «Credo proprio di no, mancano due anni alla fine e l'ultimo semestre il lavoro per ovvi motivi rallenta, non è saggio». Cambi in vista «necessariamente» anche negli uffici dell'Urbanistica dove ci sono dirigenti e funzionari sotto inchiesta, «anche se dobbiamo stare attenti ed essere garantisti. Bisogna distinguere se uno è indagato perchè la Procura contesta l'applicazione delle regole o se lo è per ipotesi di corruzione. Delle mele marce ci sono ma una serie di funzionari no. Su Oggioni non avevo sospetti, neanche sulle chat di Bardelli». Dalle ricostruzioni, spiega, Oggioni e un altro ex dirigente «si attivano su parti del governo o del Parlamento» per il Salva Milano «ma non in nome del Comune, su questa materia per noi ha lavorato sempre Capo di Gabinetto e il capo dell'Avvocatura». Aggiunge: «Abbiamo sostenuto il Salva Milano ma, esce dagli atti, ci siamo già molto allineati alle contestazioni della Procura. Dalle intercettazioni sembrerebbe che questo avesse dato fastidio a qualcuno». Il settore resta in stallo, come se ne esce? «Non sono nelle condizioni di dare grandi suggerimenti - premette -, ma il Parlamento ora dovrebbe mettere mano al riordino della normativa edilizia in cui la legge madre è del 1942. E Milano è cambiata negli ultimi 30 anni perchè c'è stato un certo approccio tra pubblico e privato e non è tutto marcio, la gran parte del Paese è ferma». Due sere fa ha sentito «a lungo Elly Schlein, stata di grande supporto, i rapporti in politica non sono mai totalmente sereno percjè riconosco il ruolo e non ci tengo a litigare con nessuno e tantomeno con la segretaria del Pd.

É assolutamente importante per me e Milano che il rapporto col Pd continui a funzionare, senza condizionamenti politici». Dopo minacce di dimissioni o di aprire «casi politici», ha abbandonato la guerra per il Salva Milano.

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