Adesso che nella Grande mela, dove va soltanto per giocare visto che vive lontano, lo fermano anche per strada chiedendogli l'autografo, stiamo perdendo la speranza di rivedere presto in Italia Danilo Gengis Gallinari che nell'ultima notte al Madison di New York è stato un protagonista nella larga vittoria dei Knicks contro Indiana, 20 punti, 8 rimbalzi e 3 assist in 31', bravo come nel difficile successo ai supplementari di qualche giorno prima ad Atlanta contro i Falchi che non tanto tempo fa (11 novembre) avevano fatto uscire fra i fischi la squadra di Mike D'Antoni, nei giorni neri in cui aveva vinto una sola partita su 9.
Non è che le cose oggi, con un record di 14 vittorie e 20 sconfitte, vadano molto meglio per il grande Arsenio che elettrizzava la piazza di Milano, quando non si giocava per arrivare secondi, ma qualcosa si muove come soltanto nella Nba può succedere se uno degli eroi della partita in Georgia, con 41 punti segnati, il turbolento Nate Robinson, un peperino di 81 chili, alto soltanto 1 metro e 75 che può vincere anche una gara di schiacciate, uno che dal 2 dicembre era stato relegato in panchina per 14 partite e che il suo agente aveva offerto senza badare al prezzo, poi ripiomba nell'anonimato di 6 punticini in 23' sbagliando 5 tiri da 3 in fila nella partita più facile per giocare come piace a lui: senza vedere i compagni.
Quello che i fanatici chiamano l'altro mondo, un universo distante più dell'Oceano, ci appare davvero difficile da inquadrare con la nostra piccola lente perché facciamo fatica a capire troppe cose, almeno dal giorno in cui il ragazzo Jennings, messo a sedere da Roma che lo ha svezzato a vent'anni cercando però di farlo diventare più maturo, è diventato la luce per la debolissima Milwaukee, da quando il folletto Boykins, croce e delizia, più la prima che la seconda opzione, dell'ultima stagione con la Virtus Bologna, si è rimesso a giocare ad alto livello con i Wizards di Washington, una franchigia dove si deve respirare aria pesante se la Nba ha aperto un’indagine perché due giocatori (Arenas, uno che prende più di 16 milioni di dollari a stagione, e Crittenton) della squadra di Flip Saunders, ultima nella sua divisione, si sono affrontati pistole in pugno per regolare, si dice, problemi nati al gioco, ma, in questo caso, non il gioco del basket. Poi, come spesso succede, soprattutto nel calcio da noi, si è scoperto che sono stati i giornali a esagerare. Vedremo al prossimo stupro di gruppo.
Gallinari e la sua avventura, cominciata due anni fa con problemi alla schiena, con i fischi dei tifosi il giorno in cui venne scelto. Adesso il ragazzo d'oro sorride e segna molto di più convincendoci che forse avrebbe davvero cambiato il destino della nostra Nazionale, se non si fosse infortunato prima dell'europeo in Spagna tre anni fa. Era uno vero e ora sembra aver ritrovato la magia (gioca 30' in media a partita e segna oltre 14 punti) anche se non gli passano quasi mai il pallone, ma questo, forse è anche un suo difetto quando si trova senza palla in mano.
Certo, bisogna andare cauti nel commentare la Nba perché nell'ultima settimana i Knicks che sembravano risorti, sono stati battuti da New Jersey, i peggiori del campionato, ritrovando la vittoria su un campo difficilissimo prima di tornare a casa dove hanno spazzato via Indiana e ora aspettano con fiducia Charlotte che viene da 2 vittorie, ma è penultima nella sua conference proprio davanti a Washington.
Comunque sia il Gengis Gallo sta sfondando e speriamo che le cose vadano proprio bene perché a fine gennaio il presidente federale Meneghin andrà a trovarlo per farsi promettere che passerà l'estate con la nuova Azzurra di Pianigiani, anche se lui ai tanti amici di Milano ha fatto sapere che se tutto andrà bene lo rivedremo più facilmente a ottobre, con i Knicks al Forum di Assago, contro l'Olimpia di Giorgio Armani che con questo ragazzo prodigio è rimasto sempre in contatto, piuttosto che con la Nazionale ad agosto.
Meneghin in viaggio americano anche per incontrare gli altri due ragazzi d'oro che potrebbero cambiare il destino della squadra azzurra che ha fatto litigare tanta gente, cominciando dal presidente federale e quello del Coni. Sono i due di una Toronto che ha vinto le ultime 6 partite su 7, il Belinelli impiegato molto di più che a Golden State, ma non ancora felice, e il Mago Bargnani che si è battuto bene nella sconfitta di Boston, protagonista vero nel successo del giorno dopo contro San Antonio, lottando più del solito, 8 rimbalzi e soprattutto 5 stoppate, segnando 15 punti, reagendo bene, facendo capire che, con stimoli giusti, è lui quello che sa provare anche emozioni sconvolgendo i compagni che lo vedevano troppo distante prima del canestro da 3 che ha risolto, ad esempio, la sfida in casa contro Charlotte, mandando in visibilio il pubblico e persino quel perfido giornalista che considerava la sua capacità di emozionarsi come quella di una mucca al pascolo, idea che si erano fatti in molti anche nella nazionale italiana.
Speriamo che Meneghin abbia buoni argomenti per convincere questi tre ragazzi ormai accampati nell'altra dimensione.
Abbiamo bisogno di loro senza doverli implorare e possiamo ben capire che chi gioca come minimo 82 partite dure in una stagione non abbia tanta voglia di mettersi in gioco d'estate per qualificarsi contro squadrette europee escluse dal prossimo mondiale in Turchia, squadrette tra le quali, purtroppo, c'è anche l'Italia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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