"Basta finto ambientalismo che penalizza i lombardi"

Le critiche all'Europa dell'assessore all'Agricoltura Alessandro Beduschi: "L'eccellenza sarà la via per affrontare i dazi Usa"

"Basta finto ambientalismo che penalizza i lombardi"
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Puntare sull'eccellenza dell'agroalimentare lombardo per scongiurare le ripercussioni dei dazi americani: «Questa è la chiave. Non siamo competitivi sulla quantità, ma sulla qualità non abbiamo rivali al mondo» spiega l'assessore regionale all'Agricoltura Alessandro Beduschi. «Il consumatore che spende tanto, può sostenere anche un aumento di prezzo» continua l'esponente di FdI, appena tornato da New York dove la Lombardia ha esposto le sue migliori etichette di vino.

Beduschi, anche i vini lombardi stanno acquisendo prestigio?

«Si tratta di un mercato difficile, con una contrazione dei consumi per i rossi, ma un buon trend per i bianchi. Certo, le informazioni allarmistiche dell'Ue sull'alcol non aiutano, anche se, nella nuova legislatura, vedo la consapevolezza di aver esagerato. Le etichette lombarde hanno una buona penetrazione nei mercati esteri, sia negli Usa che in Europa. Riusciamo a portare vino anche in Francia».

I dazi avranno ricadute pesanti?

«La preoccupazione c'è, ma intanto siamo consapevoli di avere degli ottimi canali diplomatici anche grazie alla nostra Giorgia Meloni. Il consumatore di Grana Padano non andrà al discount, ma continuerà ad acquistare anche con un aumento di aliquota. Per questo in Lombardia i dazi possono anche diventare un'occasione, perché la riduzione dei consumi sarà contrastata dalla ricerca di prodotti di eccellenza. Non abbiamo l'obiettivo di riempire tir o navi cargo, ma possiamo dire la nostra sulla qualità».

Quali altre precauzioni si possono prendere?

«La Regione non può entrare nelle regole del mercato, ma può sfruttare la sua capacità di innovarsi. Mantenendo sempre viva la tradizione. Dobbiamo intercettare i buyer e i grandi importatori e portarli qui, in Valtellina, sui nostri laghi e nelle nostre città d'arte offendo esperienze turistiche e gastronomiche a cui, per esempio, gli americani sono molto interessati. Su questo non temiamo concorrenza».

L'agricoltura lombarda come sta?

«Nonostante qualche preoccupazione per la peste suina africana, abbiamo un grande ritorno del Grana Padano che fattura come un piccolo stato europeo. In generale abbiamo numeri importanti per i formaggi e per le carni, mentre gli effetti del clima incidono sulla produzione di cereali. Adesso vogliamo concentrarci sulla filiera dei bovini: importiamo troppo e questo non rende onore al comparto. Intanto, stiamo lavorando molto bene sui mercati arabi. La Regione vuole facilitare l'arrivo in Oriente delle nostre imprese».

Vede differenze tra la nuova Commissione europea e quella passata?

«Molte, c'è un approccio diverso. Negli ultimi cinque anni abbiamo visto l'esplosione di una tutela fintamente ambientalista, con obiettivi irrealizzabili, algoritmi e obblighi non sostenibili, come il paradosso sull'uso dei fitofarmaci. Noi non produciamo più abbastanza patate, kiwi, pomodori e stiamo perdendo interi asset a causa di una visione oscurantista che ci porta a bandire tutto e a importare da Paesi esteri che sicuramente non usano le nostre stesse accortezze. Questo ci fa essere gli utili idioti del mondo. I nostri agricoltori vanno aiutati, non vessati».

Vale anche per il tema delle stalle?

«In Lombardia abbiamo più animali che abitanti. I reflui rischiano di contaminare il suolo e l'aria. Abbiamo creato degli inibitori che bloccano il proliferare di metano nell'atmosfera. E siamo in grado di trasformare il refluo in energia e nel miglior fertilizzante al mondo, il digestato. Potrebbe essere utilizzato al posto dell'urea che arriva da 10mila km di distanza, eppure l'Europa non ce lo fa usare sulla base di posizioni antiscientifiche».

Come è il clima nella giunta regionale?

«Si discute, come in tutte le famiglie, ma alla fine prevale il concetto di squadra. Il peso politico è cambiato, è lampante: FdI aveva tre unità nella scorsa legislatura, ora è maggioranza relativa. Questo è il mandato del riposizionamento, una cosa non facile che si concretizza solo tra persone intelligenti. Il presidente Fontana ha grande esperienza e capacità di mediazione, così si riescono a vincere i singoli egoismi».

Il suo partito ha messo nel mirino più volte anche l'assessore Bertolaso.

«Guido è una persona di grande carisma, con un piglio da commissario, tanto che a volte si trova spiazzato nei meandri della

burocrazia. La sua velocità di ragionamento sui veri problemi della sanità ci può aiutare tantissimo, anche dal punto di vista non politico. Lui mal sopporta i tempi di attesa e questo è uno sprone per tutti a migliorare».

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