Niente è impossibile. Lo sostiene da tempo uno slogan fortunato dello sponsor americano di Ronaldinho e adesso è tutto il Milan che lo ripete a pappagallo, trasformandolo in un grido di battaglia a poche ore dal viaggio a Manchester atteso da una impresa epica (serve il 2 a 0 per passare il turno, arbitrerà lo svizzero Busacca).
Per i precedenti (un solo successo, nel 2005, griffato Crespo) e per le abitudini del rivale inglese, raramente sorpreso nella trincea, all’Old Trafford. «Niente è impossibile» sostiene per esempio il Gaucho, intervistato dal sito dell’Uefa e pronto a riconoscere «di aver programmato una stagione così esaltante». Vuole assumere fama da mago oltre che da giocoliere raffinato. «Sarà una partita molto dura e molto bella. Abbiamo bisogno di un risultato positivo quindi giocheremo per la vittoria e anche loro se la giocheranno, perché Ferguson li fa sempre giocare così» l’idea che Ronaldinho si porta dietro della prossima notte a Manchester, teatro di cento battaglie con i Red devils. «Il Milan può contare sulla sua tradizione in Champions league. So cosa vuol dire vedersi davanti le maglie del Milan e ora che indosso questa maglia avverto la forza del Milan» segnala il brasiliano attingendo ai suoi ricordi, ai tempi del Barcellona.
Niente è impossibile, già. A ricordarlo senza neanche un pizzico di incertezza è David Beckham che ha atteso per sette anni una serata così. Tornare nella sua Manchester, al cospetto dell’United, la sua squadra da quando era bambino, per provare a metterla in ginocchio, è come rileggere un romanzo d’avventura. «Non sono emozionato ma contento» è il suo distinguo ai microfoni di Milan-channel prima di passare alla truppa la prima notizia importante. «Rooney giocherà, ha avuto tutto il fine settimana per recuperare (dolore al tendine rotuleo, ndr): lui vuole esserci e Ferguson schiererà la migliore formazione possibile» l’informazione fornita a Leonardo e a Nesta. Preparatevi a domare quel leone di attaccante. «Sono contento non nervoso, rivedrò tanti amici e tutte le persone che mi hanno sostenuto per anni» lo stato d’animo di David che avrà al suo fianco tutta la famiglia, figli e la moglie Victoria. «Se giocherò non sarò spaventato ma eccitato dall’idea di sfidare la squadra dei miei sogni da bambino. Non mi sarei mai aspettato di giocare con una maglia diversa. Sarò anzi sempre tifoso del Manchester e questa è forse la prima volta in vita mia che desidero che perda» è la sua romantica dichiarazione d’amore mista a una promessa di battaglia leale. Chissà se ne avrà l’opportunità. All’andata, a San Siro, non brillò in modo particolare, schierato al posto di Pato. «Non è più il suo ruolo» obiettò sir Alex, con un pizzico di perfidia.
Niente è impossibile. Perciò Leonardo è convinto da domenica sera che Pato è di fatto inutilizzabile: ieri il Papero ha fatto fisioterapia ed effettuato un controllo per capire che non c’è alcuna lesione muscolare e quindi può riprendere a lavorare sodo. È stato reclutato egualmente, con possibilità ridotte a zero. Con lui Seedorf, che invece ha titolo per sedersi in panchina. Proprio lui, l’olandese di gran classe, considerato da Van der Saar il decisivo eversore della famosa sfida del maggio 2007, 3 a 0. Non mancheranno le macumbe. Specie Adriano Galliani, particolarmente sensibile alla scaramanzia, fu protagonista in occasione dell’ultimo viaggio a Manchester di un rito propiziatorio. Appena arrivato alle viste del prato, si inginocchiò e ne baciò l’erba umida.
«Qui abbiamo vinto una Champions straordinaria in una finale tutta italiana contro la Juventus di Lippi, qui siamo passati due volte prima di sbarcare in finale. Io credo ai corsi e ricorsi storici» è la sua spiegazione didascalica. Tutto serve.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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