Non ci si può fidare dei Sir e nemmeno dei baronetti. Ma che Inghilterra è mai questa? Vedete un po': Fabio Capello fa di tutto per recuperare David Beckham alla causa del calcio che conta e il baronetto, oramai quasi tornato made in Milan, che gli combina? Dice: no grazie, stavolta in nazionale non vengo. Preferisco la causa americana. Che non è usa e getta, ma poco ci manca. Beckham ha rifiutato la convocazione (d'accordo, lo avrà fatto con la delicatezza del caso e appellandosi alle regole) per l'amichevole fra Inghilterra e Brasile prevista sabato a Doha, per giocare la finale della Western Conference che vedrà opposti i Galaxy alla Houston Dynamo. Chiaro che l'impegno della squadra americana ha portata superiore a quella di una amichevole, seppur Brasile-Inghilterra sia una delle madri calcistiche di ogni storia di pallone. Chissà, il futuro milanista forse ha voluto regalare lo zuccherino agli americani prima di far valigie per l'Italia, certo non ha fatto un piacere a Capello che lo aveva inserito nella lista, anche perchè gli mancano Gerrard e Owen.
RABBIA. Ma se Beckham non è riconoscente, Sir Alex Ferguson è furente: non contro Ancelotti che, una volta di più, lo ha battuto, bensì contro gli arbitri. Consoliamoci, ognuno ha i suoi fischi a perdere. «Ogni tanto si perde fiducia negli arbitri. Sul gol segnato da Terry Drogba ha strattonato Wes Brown. L'arbitro era in una posizione ridicola per valutare: non poteva vedere. Ha sbagliato e, in più, la punizione da cui è partita l'azione era stata girata a favore del Chelsea». Wayne Rooney è stato più diretto nell'accusa: «Loro giocavano con 12 uomini». Niente di nuovo per le orecchie italiane, abituate a sentir di peggio.
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