Si tratta di una delle principali cause di morte nel mondo, eppure di questa paricolare patologia non si parla ancora abbastanza: è la broncopneumopatia cronica ostruttiva, conosciuta anche come Bpco. Questa malattia si trova al terzo posto come causa di decessi, dopo le patologie cardiovascolari e i tumori.
Cos'è la Bpco e come intervenire
La Bpco può essere spiegata come una summa di vari disturbi respiratori. Si tratta, infatti, di una malattia eterogenea che colpisce polmoni e bronchi, riducendo la loro funzionalità. Solitamente fra i sitomini troviamo la bronchite cronica, una tosse catarrosa e conseguenti difficoltà respiratorie, che vanno mano a mano aggravandosi. Questo accade perché l'infiammazione va a restringere il lume delle vie aeree, riducendo il passaggio dell'aria e limitando lo scambio fra anidride carbonica e ossigeno nel sangue. Spesso a causare questa grave condizione è la prolungata esposizione ad agenti chimici/tossici, all'inquinamento ambientale e al fumo. Nota è la Bpco del fumatore.
Si tratta di una condizione cronica, che tende ad aggravarsi per via dei danni irreversibili. Se presa in tempo, tuttavia, può essere trattata con una terapia che ne limita i sintomi, migliorando la qualità di vita dei pazienti e ritardando un peggioramento dello stato di salute. Fra i farmaci maggiormente utilizzati abbiamo i broncodilatatori e gli antinfiammatori inalatori. Proprio per cercare di contenere i danni e intervenire subito con la terapia, una diagnosi precoce è quanto mai importante. Ad oggi, più di tre milioni e mezzo di persone è affetta da Bpco in Italia. Per avere una diagnosi certa si procede con una spirometria, che permette di conoscere la funzionalità del polmone, unita a esami del sangue, Rx e/o TAC del torace, test di broncodilatazione polmonare, ecocardiogramma ed emogasanalisi arteriosa sistemica.
Prima si interviene, e più evidenti saranno i benefici portati dalla terapia.
Riconoscere e prevenire la malattia
Il consiglio rivolto ai fumatori resta lo stesso: cessare di fumare. L'abolizione del fumo deve essere totale. La Bpco è una malattia dalla quale, una volta insorta, non si torna indietro.
"È una malattia che colpisce i bronchi, il polmone, ed è una malattia cronica e ostruttiva perché le vie aree sono ostruite, in pratica l'aria non riesce a entrare e uscire dal polmone. Di fatto il bronco è il primo a essere colpito, si ha infatti una risposta infiammatoria a livello della parete del bronco con una produzione eccessiva di muco e questo aumento dell'infiammazione delle vie aree fa sì che si restringano", ha spiegato Francesco Blasi, direttore della Pneumologia e Fibrosi Cistica e del Dipartimento di Area Medica della Fondazione IRCCS Ca' Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, come riportato da Il Corriere. Il professore ha parlato durante l'evento Il Tempo della Salute. "Il fumo di sigaretta è il fattore di rischio principale, ma anche inquinamento e in alcuni Paesi il fumo delle biomasse, il fumo tossico quando si cucina, per esempio, con il carbone. I sintomi principali sono tosse e produzione di catarro, di fatto chi soffre di questa patologia produce più muco. È una malattia che spesso viene riconosciuta tardivamente e, se non è curata e gestita, tende a progredire con conseguenze invalidanti sulla qualità della vita. Il medico di medicina generale è il primo riferimento in caso di dubbi e poi, dopo una prima diagnosi, occorre una vista con il pneumologo, ma non solo. Un paziente Bpco è a anche a rischio di altre malattie, tra cui quelle cardiovascolari", ha aggiunto.
"I fumatori, indipendentemente dai sintomi, dovrebbero effettuare una spirometria e una visita dal pneumologo una volta all'anno", si è raccomandat Simona Barbaglia, presidente dell'associazione nazionale pazienti Respiriamo Insieme-APS, che ha invitato a non
sottovalutare nessun sintomo.La medicina, in questi anni, ha fatto passi avanti. A partire dal 2025 dovrebbero essere disponibili dei farmaci personalizzabili capaci di ridurre l'infiammazione provocata dalla Bpco.
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