Utilizzati in tutti i periodi dell'anno, le creme solari e quelle autoabbronzanti hanno una funzione diversa ma possono essere applicati in sinergia sulla pelle.
Le creme solari
La protezione solare fornisce protezione dai raggi UV del sole. L'indice di protezione o Spf (Sun Protection Factor) corrisponde alla quantità di UVB che la pelle riceve e lo si trova riportato sulla confezione dei prodotti solari, poichè rappresenta il livello di protezione di un prodotto solare. Quando si sceglie un prodotto per la protezione solare, bisogna assicurarsi di vedere questo simbolo.
Esistono 4 categorie di protezione:
- Protezione bassa: SPF di 6 o 10;
- Protezione media: SPF di 15, 20 o 25;
- Alta protezione: SPF di 30 o 50;
- Protezione molto alta: SPF 50+.
Oltre l'indice 30, tutti gli schermi offrono una buona protezione: un indice di 30 ferma infatti il 96,67% dei raggi UVB mentre un indice di 15 ne blocca il 50,98%.
UVA, UVB: le differenze
La radiazione solare è costituita da raggi ultravioletti B (raggi UVB) e raggi ultravioletti A (raggi UVA). I primi sono i più pericolosi: scottano l'epidermide e sono la principale causa del cancro della pelle, anche se sono coinvolti i raggi UVA.
Se l'Spf è calcolato in relazione agli UVB, fornisce anche una protezione minima contro i raggi UVA corrispondente ad almeno 1/3 dell'Spf: maggiore è l'Spf, maggiore è la protezione dai raggi UVA da cui è importante difendersi perchè inducono danni a medio e lungo termine come macchie brune, invecchiamento precoce e cancro della pelle.
Nessun prodotto solare blocca i raggi luminosi al 100%, motivo per cui da qualche anno è stata abolita la menzione della protezione solare. Quando un prodotto mostra un Spf 50, significa che, se a pelle nuda, ci si può scottare in un minuto, protetto da questo schermo ci si scotta in 50 minuti. Questo non significa che la pelle non riceva raggi: i raggi UVB che innescano l'aumento della melanina hanno quindi tutto il tempo per agire, più lentamente ma con maggiore sicurezza.
Quale filtro solare scegliere
Esistono tre tipi di filtri o "schermi":
- Filtri organici che agiscono per assorbimento e riflessione dei raggi UV;
- Filtri minerali (biossido di titanio e ossido di zinco), che agiscono riflettendo i raggi UV e non penetrano nell'epidermide;
- Filtri chimici che agiscono assorbendo i raggi UV.
Nessuno è più efficace dell'altro, anche se i filtri minerali sono più stabili ai raggi UV.
Gli autoabbronzanti
Sono cosmetici applicati per ottenere un aspetto abbronzato, senza gli effetti dannosi del sole: agiscono infatti grazie a un fenomeno chimico e "colorano" le cellule morte sulla superficie della pelle e non sono pericolose.
Questi cosmetici non influiscono in alcun modo sulla produzione di melanina e non sono filtri solari (tranne quando sono associati alla protezione UV).
Gli autoabbronzanti contengono un principio attivo, il DHA (Di Hydroxy Acetone), un componente fisiologico della classe degli zuccheri, naturalmente presente nelle cellule vegetali. Più recentemente, è stato aggiunto un altro componente, l'eritrulosio, che aiuta a colorare la pelle in modo più uniforme.
Suggerimenti per applicare l'autoabbronzante su corpo e viso
Prima di applicare la crema o lo spray, si consiglia di esfoliare la parte del corpo o del viso. L'obiettivo è quello di eliminare le cellule morte e affinare l'epidermide. Bisogna applicare l'autoabbronzante sulla pelle lavata, pulita e asciutta.
La prima regola è scegliere un autoabbronzante adatto alla propria carnagione. Per farlo basta guardare la quantità della molecola DHA (DiHydroxyAcetone) che è un principio attivo naturale. Il DHA non è assolutamente dannoso poiché reagisce in superficie con gli aminoacidi della pelle per scurire l'incarnato e non penetra negli strati profondi dell'epidermide, a differenza dei raggi UV.
In alcuni prodotti esiste anche un altro componente autoabbronzante: si tratta dell'eritrulosio che reagisce allo stesso modo con la formazione di pigmenti bruni sulla superficie della pelle. Ancora una volta, il DHA e l'eritrulosio sono zuccheri naturali e non assorbiti dall'organismo, quindi sono del tutto innocui per la salute.
Più un autoabbronzante è ricco di DHA, più pigmentata sarà la pelle. I prodotti generalmente contengono tra l'1 e l'8% di DHA e la pelle chiara dovrebbe quindi privilegiare prodotti che presentano tra l'1 e il 3% e preferibilmente autoabbronzanti progressivi per controllare l'abbronzatura finale.
Per la pelle scura, un tasso del 5% di DHA è l'ideale e i prodotti più ricchi di DHA saranno destinati a mantenere l'abbronzatura quando si è già molto abbronzati.
Infine, per le pelli sensibili, ci sono prodotti senza profumo, che limitano il rischio di allergie.
Per avere un colorito sano e istantaneo, gli autoabbronzanti classici offrono risultati rapidi (circa 3 ore dopo l'applicazione) e una tenuta da 5 a 7 giorni.
In caso di paura della famosa carnagione aranciata (legata a una concentrazione troppo alta di DHA su una pelle troppo chiara) e per le persone che vanno di fretta, è possibile optare per il trucco effetto sole, sotto forma di cipria o crema colorata: l'abbronzatura appare all'istante e può essere rimossa semplicemente eliminando il trucco.
Per pelli grasse e miste meglio optare per una forma di autoabbronzante opacizzante come le formule in gel. Per la pelle secca e disidratata, sarà consigliato un autoabbronzante sotto forma di crema o mousse.
Infine, non si deve dimenticare che l'autoabbronzante non sostituisce la protezione solare: non protegge dai raggi UV del sole, che possono essere pericolosi per la pelle e per la salute.
Come sostiene l'astrofisico Jean Marc Bonnet "si citano molte conseguenze negative a seguito di una esposizione prolungata al sole (i colpi di sole, l’invecchiamento precoce della pelle, i melanomi), ma una maggioranza dei cosiddetti dipendenti da abbronzatura (il 91%) dichiara di conoscere questi rischi".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.