Streptococco: le cause, i sintomi e la cura

Nelle ultime settimane le diagnosi di infezioni da streptococco beta emolitico sono in aumento. Intervenire tempestivamente con le cure adeguate è fondamentale per evitare la comparsa di pericolose complicanze

Streptococco: le cause, i sintomi e la cura

Gli streptococchi sono microrganismi della specie dei cocchi Gram positivi. Si chiamano così perché, unendosi a coppie, si ripiegano fino a formare catenelle. Si dividono in due gruppi, A e B, differenti sia per struttura che per patogenesi. I germi appartenenti alla categoria A sono presenti sulla pelle e nelle vie aeree. Invece i patogeni della classe B si trovano nel retto e nelle vie genito-urinarie. Nelle ultime settimane in Italia si stanno diagnosticando sempre più infezioni da streptococco beta emolitico.

Il microrganismo facente parte gruppo A è responsabile, soprattutto nei più piccoli, di faringiti che, se non trattate in maniera adeguata, possono dar vita a complicanze anche gravi. Infatti il batterio produce una notevole quantità di streptolisina, una tossina che distrugge i globuli rossi e che può spianare la strada al cosiddetto shock tossico. Secondo gli esperti l'aumento dei casi, come già accaduto per l'influenza, è un effetto post pandemia di Covid. Scopriamo ora insieme quali sono le cause, i sintomi e le cure migliori.

Fattori di rischio e contagio dello streptococco beta emolitico

Come ben si può immaginare lo streptococco beta emolitico attacca più facilmente un sistema immunitario indebolito. L'infezione, quindi, rappresenta un vero e proprio rischio per soggetti immunodepressi, affetti da tumore o da malattie croniche come il diabete, i quali possono sviluppare conseguenze anche mortali.

Tuttavia è importante sottolineare che il batterio prende di mira anche i bambini sani che, frequentando quotidianamente asili e scuole, sono maggiormente esposti alla possibilità di contagio. Quest'ultimo, negli adulti, avviene in particolar modo tra individui che si recano in ospedali, case di riposo, locali pubblici affollati e che sono a stretto contatto con altri malati.

La trasmissione dello streptococco beta emolitico avviene per via aerea attraverso l'emissione di goccioline di saliva o di muco nasale in seguito a tosse e starnuti. Esse possono altresì depositarsi su oggetti di uso comune che, se manipolati, veicolano il microrganismo a chi li tocca. Attenzione infine ai baci e ai contatti della pelle come le strette di mano.

I sintomi e le conseguenze dello streptococco beta emolitico

Il sintomo più comune dell'infezione da streptococco beta emolitico è la faringite streptococcica. Più rara negli adulti, essa è molto contagiosa nei bimbi e nei ragazzi fino a 15 anni. Le manifestazioni appaiono all'improvviso e includono:

  • Dolore e arrossamento della gola;
  • Formazione di placche contenenti pus;
  • Ingrossamento dei linfonodi del collo;
  • Febbre;
  • Malessere generale;
  • Nausea;
  • Vomito;
  • Alitosi;
  • Brividi;
  • Cefalea.

Lo streptococco beta emolitico può causare anche la scarlattina, un disturbo facilmente diagnosticabile per via di un'eruzione cutanea caratterizzata da puntini di colore rosso scarlatto molto vicini tra di loro e leggermente in rilievo. Sulla lingua compare una patina bianca che, nel giro di pochi giorni, viene sostituita da una colorazione rosso intensa.

Se non curata per tempo e in maniera adeguata, l'infezione dà luogo a complicanze anche gravi come febbre reumatica, glomerulonefrite, fascite necrotizzante, mastoidite e il temuto shock settico che si manifesta con temperatura corporea elevata, brividi, respiro veloce, polso debole, cute calda e arrossata.

Diagnosi e cura dello streptococco beta emolitico

L'infezione da streptococco beta emolitico si diagnostica mediante un tampone faringeo da effettuarsi preferibilmente in farmacia. Un altro metodo consiste nella coltura in laboratorio di un campione di materiale. Nonostante i tempi per ottenere l'esito non siano brevi, questa soluzione consente l'esecuzione contemporanea dell'antibiogramma. Un altro esame da prendere in considerazione è il TAS (titolo antistreptolisinico), anche se il test rileva solo un'infezione ormai cronica.

La terapia si basa sulla somministrazione di antibiotici rigorosamente prescritti dal medico curante.

Tradizionalmente il farmaco maggiormente impiegato per via intramuscolare è la penicillina tuttavia, soprattutto se i pazienti sono bambini, ad essa si preferisce l'amoxicillina. Il medicinale, che serve altresì per prevenire le ricadute e le complicanze, va assunto oralmente per dieci giorni.

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