Meno noti della problematica opposta, l'ipertrigliceridemia, i trigliceridi bassi sono una condizione che viene diagnosticata nel momento in cui i valori degli stessi scendono al di sotto di 150 mg/dL. Noti anche come triacilgliceroli, questi lipidi sono utilizzati dall'organismo come riserva energetica. Infatti, quando ci si alimenta, il corpo li converte in calorie che, non necessitando di essere utilizzate nell'immediato, vengono immagazzinate nelle cellule adipose.
A differenza dell'ipertrigliceridemia che può dar luogo a conseguenze anche gravi, i trigliceridi bassi non sono pericolosi per la salute. Tuttavia non devono essere sottovalutati poiché spesso rappresentano la spia di una patologia più importante a livello immunitario, intestinale o epatico. Scopriamo ora insieme quali sono le cause dell'ipotrigliceridemia e in che modo è possibile affrontare il disturbo.
Le cause dei trigliceridi bassi
Valori bassi di trigliceridi si riscontrano soprattutto in chi pratica esercizio fisico ad alto impatto di tipo aerobico. Il movimento intenso, infatti, stimola il sistema adrenergico che così libera adrenalina e catecolamine, con conseguente incremento del metabolismo energetico e aumento della lipolisi.
Un'accellerazione del metabolismo energetico si verifica altresì in concomitanza di disturbi della tiroide, in particolare ipertiroidismo e morbo di Graves. Altre condizioni patologiche che possono provocare ipotrigliceridemia sono la celiachia e la fibrosi cistica. Attenzione anche alle cosiddette ipobetalipoproteinemie, ovvero un gruppo di patologie rare del metabolismo che determinano steatorrea e malassorbimento.
I trigliceridi bassi sono diagnosticati di frequente nei soggetti che assumono farmaci per il controllo delle dislipidemie, prebiotici e integratori di vitamina C. Talvolta l'ipotrigliceridemia può essere causata da un digiuno prolungato, da una rapida perdita di peso negli individui obesi e dalla chirurgia bariatrica.
I sintomi e la diagnosi dei trigliceridi bassi
Nella maggior parte dei casi i trigliceridi bassi non si manifestano con particolari sintomi. Se presenti, essi variano a seconda della causa sottostante (celiachia, ipertiroidismo, fibrosi cistica). In alcuni individui l'ipotrigliceridemia può dar luogo ad alterazioni della digestione e dell'equilibrio intestinale e, dunque, a:
- Diarrea;
- Pancia gonfia;
- Dolori addominali;
- Perdita di peso;
- Stanchezza;
- Malessere generale;
- Atrofia muscolare.
I trigliceridi bassi vengono diagnosticati mediante un apposito esame di sangue. Ad esso si associa altresì la valutazione ematica dei livelli di colesterolo buono (HDL) e di colesterolo cattivo (LDL).
Il trattamento dei trigliceridi bassi
La cura dell'ipotrigliceridemia varia a seconda della causa scatenante e, dunque, non può essere univoca. Se il paziente è sano e i trigliceridi bassi sono la conseguenza di un'attività fisica ad alto impatto, l'unico rimedio efficace consiste nell'adozione di una dieta adeguata.
Il regime alimentare, programmato da un nutrizionista dopo un'attenta valutazione, prevede un incremento del consumo dei carboidrati complessi che, ad ogni modo, non deve mai superare il 60% delle calorie totali. Importante, altresì, la copertura giornaliera della frazione proteica e lipidica (è consigliato prediligere grassi vegetali da condimento come l'olio extravergine d'oliva).
Si devono, invece, ridurre le quantità di cibi grassi, industriali ed eccessivamente zuccherati. Talvolta il medico può prescrivere l'assunzione di integratori di vitamine liposolubili, ovvero A, D, E e K.
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