nostro inviato a Bruxelles
«Non sono un santo». L'ammissione il Cavaliere se l'era lasciata scappare più di un anno fa, mentre imperversavano le polemiche su Noemigate e caso D'Addario. Una battuta fugace e con il sorriso sulle labbra - rivolta a «quelli di Repubblica che spero lo capiscano» - ma nulla di più. Niente di paragonabile ai quasi venti minuti di botta e risposta con i giornalisti davanti all'ingresso di Justus Lipsius, sede del Consiglio europeo. Dove Berlusconi decide di giocare in contropiede perché, si era sfogato in privato dopo la mattutina lettura dei giornali, «è arrivato il momento di farla finita con le ipocrisie» altrimenti «procure e giornali continueranno a guardare la mia vita privata dal buco della serratura ». Altrimenti «questa storia la tireranno avanti mesi, come se non più delle altre». Il caso Ruby - con annessa digressione sull'ormai celebre bunga bunga- va dunque preso di petto.
E non solo quello se a Bruxelles il Cavaliere sembra in qualche modo voler mettere la parola fine alla polemiche gossipare, quelle in corso e quelle a venire. Perché, dice ai cronisti, «io sono fatto così» e «alla mia età non c'è nessuno che mi potrà mai far cambiare stile di vita». Per questo Berlusconi decide di dilungarsi sulla sua vita privata e non sfugge neanche alle domande più piccanti senza mai un accenno di nervosismo o irritazione. «Io- spiega il premier - sono una persona giocosa, che ama la vita e ama le donne». Ma, è il senso del suo discorso, non c'è nulla di cui vergognarsi nelle cene o nelle feste di Arcore o Villa Certosa. Perché, aggiunge, «faccio una vita terribile e con sforzi disumani » visto che «lavoro come nessuno lavora fino alle due e mezza di notte».
Insomma, «se ogni tanto sento il bisogno di una serata distensiva, come quando racconto un aneddoto o una storiella, è solo per terapia mentale, per pulire il cervello da tutte le preoccupazioni ». Con una certezza: «Questo fa parte della mia personalità e nessuno mi farà cambiare uno stile di vita di cui sono assolutamente orgoglioso». Tanto da averne fatto un punto di forza: «Oggi ho subito due attacchi e dico: due attacchi al dì mi faranno restare sempre lì». Un messaggio chiaro, quello del Cavaliere. Che dopo giorni di sordina decide di giocare la partita in prima persona al punto di metterci la faccia davanti alle telecamere. Una sorta di pubblica confessione, nella convinzione di non aver nulla di cui vergognarsi visto che le cose stanno in modo del tutto diverso rispetto alle «balle raccontate dai giornali». «In casa mia - aggiunge infatti il premier riferendosi a cene e festeentrano solo persone per bene che si comportano bene. E io sono un ospite unico, direi irripetibile ». Insomma, per la prima volta in maniera così decisa è Berlusconi ad aprire le porte della sua vita privata e non gli altri a cercare di intercettarla. Un modo per sparigliare, ma anche per mettere le carte in tavola se, come sembra sempre più probabile, si tornerà alle urne entro pochi mesi.
Le elezioni anticipate, infatti, si tradurrebbero nell'ennesimo referendum popolare pro o contro il Cavaliere che anche per questo ha deciso di accelerare. Anche sul fronte giustizia se rispetto ai distinguo di Fini ieri non ha usato mezze misure: «Se non ci sarà un accordo parlerò in Parlamento. E dirò agli italiani cosa penso senza ipocrisie ». Insomma, «io sono fatto così». Vizi e virtù, questo è il Berlusconi che si presenta al Paese e che si candiderà di nuovo a Palazzo Chigi nell'eventualità che si arrivi alle elezioni. D'altra parte, il premier è convinto che dietro il caso Ruby ci sia «una precisa volontà di aggressione». Della sinistra («sono disumane le mie capacità di resistere a questi attacchi che mi vengono portati in tutti questi anni dalla sinistra») ma non solo. Poi si entra nel merito della vicenda Ruby e della telefonata in Questura. «Una balla inventata dai vostri giornali», dice Berlusconi. «Io aiuto chi chiede aiuto e di questa personami era stato presentato un quadro tragico. Ma- aggiunge - non ho assolutamente influenzato nessuno, anche perché non avrei potuto esercitare un potere che non ho».
Anche sul ruolo avuto dalla Minetti, consigliera regionale della Lombardia, Berlusconi non si sottrae: «È stata mandata da me per dare un aiuto a una persona che poteva non essere consegnata a una comunità o alle carceri, il che non è una
bella cosa, ma poteva essere a lei affidata». Prima di congedarsi c'è tempo per una battuta sul bunga bunga: «Solo una vecchia storiella bellissima di tanti anni fa che mi ha fatto ridere molto anche questa volta».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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