Roma - Nel giorno della protesta in piazza contro la decisione del Brasile di non concedere l'estradizione di Cesare Battisti il premier incontra Alberto Torregiani, figlio del gioielliere ucciso nel 1979 dal terrorista dei Pac (Proletari armati per il comunismo). Poco ore dopo, durante Sky Tg24 pomeriggio, Bruno Berardi, presidente dell'associazione Domus Civitas, svela un retroscena: "Carla Bruni telefonò a Lula per impedire l'estradizione di Battisti".
Berlusconi incontra Torregiani "Questa vicenda non riguarda i buoni
rapporti che abbiamo con il Brasile - dice Silvio Berlusconi -, ma un caso di giustizia per cui i nostri rapporti con quel Paese non cambieranno a causa di questa
situazione". Poi il giudizio netto su Battisti: "Mi sono radicato nell’idea che Battisti ha rivestito di
ideologia politica una sua realtà di criminale vero. La sua è una vicenda che mi ha colpito molto. Il signor Torregiani non solo ha perso il padre, ma ha subito
una grave infermità. Proprio lui che, ho saputo oggi, da ragazzo giocava bene al calcio e avrebbe voluto militare nelle giovanili del mio
Milan".
"Conferenza stampa a Bruxelles con Torregiani" Poi un'idea per far conoscere al mondo il passato tra le file dei terroristi di Battisti: una conferenza stampa davanti a tutti i giornalisti europei a Bruxelles perché sappiano quello che ha fatto nel nostro Paese alla guida dei Pac. "Ho proposto a Torregiani di recarci a Bruxelles nella terza settimana di gennaio - ha detto il premiere durante un incontro con Torregiani - dove a cura del Partito popolare europeo di cui il Pdl fa parte, sarà organizzata una conferenza stampa di fronte ai giornalisti europei per far conoscere i fatti e per rendere possibile la dazione di una giustizia da parte della corte dell’Aja che abbiamo voluto adire". Poi: "Ho deciso di partecipare a questa volontà che anima lui e le altre vittime in modo convinto cercando di ottenere una decisione diversa dal Brasile non per vendetta ma perchè la giustizia si affermi". Alla fine del colloquio Torregiani racconta ai giornalisti la promessa fatta dal premier: "Maggiore fermezza e determinazione e se c’è bisogno del pugno duro lo useremo".
Berardi: "La Bruni telefonò a Lula" La première dame Carla Bruni si sarebbe spesa personalmente presso l'ex presidente brasiliano Lula perchè Cesare Battisti non fosse estradato. Lo ha affermato a Sky TG24 Pomeriggio Bruno Berardi, presidente dell’associazione "Domus civitas - vittime del terrorismo e mafia". La rivelazione - ha proseguito Berardi, figlio del maresciallo di polizia Rosario, ucciso dalle Br nel 1978 - sarebbe giunta da Carla Bruni stessa nel corso di una sua visita all’Eliseo, dove si trovava per la vicenda dell’ex brigatista Marina Petrella: "Mi ha detto di aver telefonato a Lula perchè non estradassero Battisti chiedendoglielo come favore personale e mi ha pregato di non dire nulla di questa vicenda. Non l’ho mai detto ma arrivato a questo punto che tutte speranze sono perse…". Il colloquio, ha reso noto Berardi, si sarebbe svolto con la première dame e con il segretario del presidente Sarkozy, che "mentre parlavamo mi ha raggiunto per telefono":"Mi assumo tutte le reposabilità di quello che sto dicendo", ha concluso il presidente di "Domus civica".
Cicchito: "Da condannare il ruolo della Francia" "La storia di Battisti è molto chiara. Non c’è dubbio che sia un criminale, come non c’è dubbio che l’Italia non preveda una situazione in cui le libertà individuali sono a rischio". Lo ha sottolineato il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, parlando con i cronisti al sit-in di protesta a Piazza Navona contro il no del Brasile all’estradizione dell’ex terrorista rosso. "Il ruolo iniziale della Francia va condannato perchè è stato ambiguo", ha aggiunto Cicchitto, spiegando che Parigi "ha avuto un’influenza molto negativa in questa storia perchè molti anni fa la Francia è stato un territorio di rifugio per i terroristi". "L’influenza francese - ha concluso Cicchitto - si è estesa poi ad ambienti politici brasiliani".
Santanchè: "Se lo ha fatto se ne deve vergognare" Immediato e deciso il commento del sottosegretario Daniela Santanchè: "se lo ha fatto se ne deve vergognare". "Se è vero, e sottolineato se è vero, che si vergogni", ha proseguito, "stare dalla parte di chi ha le mani sporche di sangue per me è una vergogna. Battisti è semplicemente un criminale, un delinquente che poi si è messo il vestito ideologico per fare cosa? Per diventare chic, un intellettuale del cavolo?". Meglio, ha aggiunto, sarebbe "che Carla Bruni chiamasse Alberto Torreggiani e si prodigasse per le famiglie delle vittime del criminale Battisti". Tuttavia Santanchè ha tenuto a ricordare che la premiere dame non ha un ruolo istituzionale. "È un cittadino, per me non rappresenta niente altro, non fa il presidente della Repubblica", ha detto.
La politica in piazza Tutti o quasi (manca il Sel di Vendola) in piazza per manifestare contro la decisione del governo brasiliano. Un centinaio di persone si è riunito a Roma, a piazza Navona. Diversi gli striscioni esposti dai manifestanti che chiedono a gran voce "giustizia e non vendetta" e definiscono Lula e Battisti "vigliacchi". Massiccia la partecipazione di esponenti del Pdl, del Movimento per l’Italia, dell’Udc al sit-in di protesta. Anche l'Idv di Antonio di Pietro protesta: "Oggi saremo in piazza per manifestare contro la decisione del governo brasiliano di non concedere l’estradizione a Cesare Battisti. È necessario, oggi più che mai, che tutte le forze politiche e sociali facciano sentire la propria voce contro il terrorismo. Maggioranza e opposizione, insieme, devono rivendicare il rispetto delle regole internazionali e assicurare alla giustizia un assassino". La Lega Nord ha manisfestato in mattinatadavanti al consolato brasiliano a Milano. Sostegno anche dal Pd tramite Vannino Chiti: "Un presidio giusto contro una decisione che appare incomprensibile". Anche il minsitro Giorgia Meloni è scesa in piazza con i ragazzi della Giovane Italia. Presente al sit in anche Alberto Torregiani: "Oggi è l’inizio di un cambiamento che molti di noi auspicavano", ha spiegato. "Grazie, oggi mi avete dimostrato che non sono solo", ha detto.
L'Ue se ne lava le mani Il caso Battisti è di natura bilaterale, e non c’è margine per un’iniziativa a livello comunitario per convincere le autorità brasiliane a estradare l’ex terrorista condannato in Italia all’ergastolo per aver partecipato a diversi omicidi. Lo afferma un portavoce della Commissione europea, parlando a nome dell’Alto rappresentante per la Politica estera comune, Catherine Ashton. "Si tratta - ha detto il portavoce, Michael Mann - di una questione bilaterale fra Brasile e Italia, quindi non di competenza dell’Ue. Spetta a Brasile e Italia decidere". Più tardi, a margine del briefing, il protavoce ha spiegato che "non ci sono accordi di estradizione fra il Brasile e l’Ue, e quindi l’Ue non ha la competenza per intervenire". Il portavoce (che sostituisce temporaneamente la collega titolare, ancora in vacanza) ha detto anche di non essere al corrente di alcuna iniziativa dell’Italia per sollecitare la solidarietà degli altri Stati membri e far salire al livello europeo la pressione sulle autorità brasiliane.
Farnesina: "Superficiale il funzionario della Ue" Considerato che un portavoce - presumibilmente di turno per il periodo festivo -, della Commissione europea ha già espresso, con superficialità, la sua valutazione sulla
natura meramente bilaterale del "caso Battisti", la Farnesina precisa che il caso è assai più complesso e che non si esclude, proprio nelle prossime ore, un'iniziativa europea promossa dall’Italia sulla questione.
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