Berlusconi punta sui suoi: «La missione è vincere tutto»

«Io ho fatto il mio dovere, adesso tocca alla squadra. La formazione la fa Ancelotti, ma io preferisco le due punte con Kakà....»

Questo è il Milan che piace alla gente che piace. È il Milan che piace in particolare a Silvio Berlusconi, il presidente-patron, divertito dalla prova dei suoi, grande sostenitore di Ancelotti e delle sue attuali scelte (in panchina Ronaldinho e Shevchenko) che non sono in perfetta traiettoria col mercato della società, i due Palloni d’oro arrivati al culmine del calciomercato. «La formazione la decide Carletto, io resto sostenitore dello schema due punte più il trequartista Kakà» confessa il premier nel cuore della notte, dopo i 4 gol alla Lazio e la cena al fianco di Adriano Galliani. «L’abbondanza non è un problema, poi per il gran numero di partite da affrontare ci sarà alternanza, le sostituzioni fin qui funzionano egregiamente» è la sua benedizione pubblica del turnover, eredità scoperta dell’esperienza fatta sulla panchina dell’Edilnord, negli anni ’60 («facevo giocare un tempo ai centrocampisti e loro erano super per mobilità, pressing e chilometri percorsi»).
C’è tempo, allora, per ritrovare le vitamine di Dinho («Sono ancora in ritardo - spiega il brasiliano -, chiedo scusa») e di Sheva in particolare («sta recuperando dopo due anni altalenanti, presto tornerà il miglior Sheva», aggiunge ancora il premier), c’è tutto il tempo per puntare ancora al successo sia in campionato che in Uefa, a dispetto della falsa partenza. «Adesso il mandato è vincere il campionato e la coppa Uefa. Quello che dovevo fare io l’ho fatto, ora tocca a loro. Se il Milan non si comporta da protagonista provo dispiacere come tutti i tifosi milanisti con in più il fatto che negli ultimi anni ho speso qualche euro in più» l’altra chiosa di Berlusconi, intervenuto anche sulla vicenda della fantomatica super-offerta del Chelsea per Kakà. «Non mi risulta e comunque non l’avrei accettata» la chiusura di ogni spiraglio. Due i pensieri finali, uno affettuoso dedicato a Gilardino («è un gran bravo ragazzo, mi è spiaciuto che sia andato via, gli ho voluto bene e sono certo che farà benissimo»), l’altro neutro destinato a Mourinho («non posso dire nulla, so solo che è l’allenatore dell’Inter e che prima lo era del Chelsea») e corretto al volo dall’entusiasmo di Galliani («leggo tutto su di lui e lo trovo simpatico»). Eppure anche qui la missione per il derby è una sola. «La squadra sa che mi deve un regalo per il mio compleanno» ripete Silvio Berlusconi.
Se questo è il Milan che piace alla gente che piace, e che fa sentire Marco Borriello, alla prima da titolare a San Siro con la maglia rossonera, protagonista anche in assenza di un gol («ho sentito il boato del pubblico per il recupero difensivo, preferisco quello per un mio gol, ma ora bisogna dare una mano alla squadra»), forse è il caso di passare dalle parti di Carlo Ancelotti per capire quel che è accaduto domenica sera contro la Lazio. «Abbiamo giocato finalmente da squadra e questa prova deve diventare d’esempio per il futuro» è il suo giudizio complessivo che tiene conto di qualche novità tattica imposta allo schieramento («Gattuso davanti alla difesa diventa anche più preciso»), di un complimento da dedicare a un laziale («Zarate mi ha stupito per forza e bravura») e di una preoccupazione legata all’allestimento della difesa, non ancora disponibile Senderos (affidato alle cure di Milanlab), lontano dal recupero Nesta, Kaladze in grande difficoltà fisica (al meglio della forma la sua performance raddoppia) e i rari ricambi (Bonera e Maldini) con problemi opposti, uno di gioventù, l’altro di anzianità di servizio. «Io sto cominciando a correre e con me il Milan, poi i gol arriveranno, contro la Lazio la squadra ha giocato anche per l’allenatore» fa sapere Shevchenko, «si sta impegnando molto» il giudizio ammirato del tecnico.


Se questo è il primo Milan della stagione che piace, forse è il caso di ascoltare la conclusione di Adriano Galliani: «Abbiamo vinto solo due partite e bisogna dare continuità a questi risultati, come purtroppo non è avvenuto negli ultimi due anni».

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