La Bernardini: «Camorra a Roma, accento napoletano in troppi bar»

Pioggia di critiche dopo le parole della segretaria dei Radicali

da Milano

La camorra ricicla soldi sporchi nei locali del centro di Roma, a pochi passi dai palazzi della politica. Per quanto impegnativa, l’«impressione» maturata della segretaria di Radicali Italiani, la romana Rita Bernardini, a giudizio di molti ieri non è stata argomentata in modo altrettanto stringente: «La lingua parlata sempre più spesso nei bar intorno a questi palazzi è il napoletano - ha detto nel corso di un’iniziativa di partito dedicata alle droghe - sono stati rilevati molti locali e spesi migliaia di euro in ristrutturazioni. Forti guadagni sicuramente frutto del proibizionismo. A me la cosa insospettisce, perché non insospettisce i magistrati?».
Sul sospetto della segretaria, la procura distrettuale antimafia del Lazio aveva avuto nei giorni scorsi dei contatti con avvocati vicini ai Radicali, ma il prefetto di Roma, Achille Serra, è parso per lo meno scettico: «Sembra farsi a gara nel dichiarare che Roma è sotto il controllo un giorno della ’ndrangheta, e uno della camorra». Serra ha annunciato comunque la convocazione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza.
In serata la Bernardini ha corretto il tiro («nessuna equazione napoletani-camorristi») ma la sua uscita oramai aveva fatto volare parole grosse a molti. Il capogruppo alla Camera di Rifondazione comunista, il napoletano Gennaro Migliore, l’ha definita «insensata», il concittadino forzista Antonio Martusciello l’ha bollata come «una caduta di stile quasi razzista». «Meglio i napoletani dei cinesi», ha sintetizzato con orgoglio Alessandra Mussolini. «La droga non la smerciano solo i napoletani - ha reagito il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino - il fenomeno è molto più grave e complesso, e non lo si risolve lanciando accuse razziste». Per Francesco Pionati, portavoce dell’Udc, si è inaugurata «l’ala radical-leghista del centrosinistra». In realtà neppure la Lega ha seguito la segretaria di Pannella: «Faccia seguire una denuncia, perché non risulti una pagliacciata», l’ha liquidata Roberto Cota, vicecapogruppo alla Camera.


I commercianti napoletani hanno spiegato che l’invasione sospetta è legata alla pizza più che alla droga, mentre l’ex presidente del Napoli, Corrado Ferlaino, ha fatto notare come quell’accento che allarma tanto la Bernardini risuoni sul colle più alto di Roma: il Quirinale.

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