Bersani fa il Di Pietro e scende in piazza ma non ci va nessuno

Un flop la manifestazione democratica contro la riforma della giustizia Persino il corteo del sindacato dei balneari raccoglie più adesioni

Bersani fa il Di Pietro  
e scende in piazza 
ma non ci va nessuno

RomaTanti attori-performer del popolo viola travestiti da suini, per mimare le orge del potere, e un Bersani camuffato da Di Pietro, per simulare l’opposizione di piazza. Ma piazza del Pantheon non è il Circo Massimo, enorme spazio che fu riempito nel 2008 dal Pd di Veltroni. Stavolta la piccola piazzetta del tempio romano non è piena che per metà, quasi più turisti incuriositi che militanti o simpatizzanti Democratici. Non è bastato neppure che si scomodasse il segretario del partito, arringante con microfono dal palco montato davanti a un grande pannello: «Contro le leggi ad personam - Per la democrazia». Pieno stile Italia dei valori, che contende la palma dell’opposizione più gridata e giustizialista al Pd, probabilmente superandolo, almeno quanto a primogenitura.
Tonino, altro promotore insieme alla banda degli onesti, cioè il Popolo viola, quelli di Articolo 21 (l’onnipresente e onni-dichiarante Beppe Giulietti), il club di Libertà e giustizia e altri movimenti minori, si è organizzato con mezzi tecnologici. L’altra sera ha inviato un sms a tutti i suoi parlamentari per reclutarli, ieri notte, tutti in piazza S.S. Apostoli, per la «Notte bianca per la legalità e la democrazia». Il dipietrista Leoluca Orlando viene accolto come un eroe quando arriva in piazza Montecitorio, oltre le transenne, in mezzo al gruppo (pochi in verità, forse un centinaio) di cittadini inferociti contro i trucchi parlamentari sul caso Ruby, le «leggi vergogna», il conflitto di attribuzione, il premier che «non si fa processare». Anche Di Pietro si palesa in piazza, per prendersi i facili applausi quando sfotte il Parlamento che «ha deliberato che Ruby è la nipote di Mubarak». Poi si intravede una fiumana dalle parti di Piazza Navona, almeno 6mila persone con cartelli e striscioni. Arrivano i nostri del Pd o Idv? No, sono quelli del Sindacato italiano balneari, i proprietari dei bagni sulle spiagge che protestano per le nuove norme sulle concessioni, per coincidenza proprio lo stesso giorno dei cortei anti governativi.
In piazza Montecitorio si srotola un lunghissimo tricolore, retto da quelli del popolo viola che, camminando, intonano l’inno di Mameli (mai così popolare). Attorno si vedono bandiere viola, dell'Idv, di Rifondazione comunista, di Sinistra e libertà e anche una di Futuro e libertà. È Fabio Granata, il «dipietrista» di Fli, che viene accolto da un’ovazione, e con lui altri due deputati finiani, Flavia Perina e Antonio Buonfiglio. «Quel che è accaduto in Parlamento è un fatto molto grave, contro il patriottismo e la Costituzione. Voi siete un presidio democratico molto importante» dice non Di Pietro o Flores D’Arcais, ma il finiano Granata, megafono alla mano.
Altro siparietto in piazza Montecitorio, con l’ultras Franco Barbato, «idivvino» prediletto da Di Pietro, che improvvisa una lezione di diritto parlamentare e di educazione civica a una scolaresca venuta in visita (il giorno giusto...) al Parlamento. «Dovete avere la schiena dritta e rispettare le leggi, magari in modo meno esuberante di me che sono stato sospeso due volte dalla Camera...» spiega Barbato ai ragazzi, prima di fermare la Santanchè e presentarla ai pargoli come rappresentante del governo «che fa cose sbagliate». Intanto verso le 18 Pier Luigi Bersani si materializza al Pantheon, e con molta foga dice: «Questo governo ci umilia di fronte al mondo, solo i disonesti non arrossiscono». Fino a citare il suo idolo, Vasco Rossi: «Stiamo ancora qua e saremo qua tutte le volte che sarà necessario perché abbiamo un giorno in più di lui». Chiude l’arringa di piazza con l’inno di Mameli, nuova sigla ufficiale dell’ex Pci.

La sera e la notte toccano di nuovo a Di Pietro e soci, con la notte bianca in Santi Apostoli, dietro via del Corso, fino a mezzanotte. Con la previsione inquietante di Di Pietro sulle manifestazioni che potrebbero «trasformarsi in rivolta», e i cori «Dopo Mubarak, Berlusconi!». Buona notte.

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