La Betancourt abbraccia i figli «Sono sopravvissuta per loro»

«Mi sembra di essere in paradiso», ha detto stringendoli dopo sei anni. Oggi saranno tutti a Parigi, dove incontreranno il presidente Nicolas Sarkozy

«Ora dovete sopportarmi». Non lo ricorda esattamente, Ingrid Betancourt, ma le sembra che siano queste le prime parole che ieri, alle 15 ora italiana, ha detto ai figli quando li ha finalmente riabbracciati. Ma è difficile pensare che per loro sia un sopportare. Quando la loro mamma è stata rapita, sei anni fa, Mélanie e Lorenzo avevano 14 e 11 anni ed erano poco più che bambini. Ieri, finalmente, l’hanno stretta di nuovo all’aeroporto di Bogotà e nessuno può immaginare quanto sia stato bello per loro vedersela correre incontro direttamente sul portellone dell’Airbus che li ha portati in Colombia.
«Non ho voluto nemmeno farli scendere. Per me - ha detto Ingrid Betancourt nel suo primo giorno di libertà - stringere e baciare di nuovo i miei figli è stato come essere in Paradiso, e ringrazio Dio per questo». Una felicità da condividere con tutto il mondo, grazie alle immagini delle televisioni e alle parole di una donna che, prima di essere un simbolo, è una madre. «Prima di essere rapita - ha confidato in mondovisione l’ex candidata alla presidenza colombiana - abbracciavo mio figlio e lo portavo a dormire con me. Ora l’ho riabbracciato, ma per dormire di nuovo con lui dovrò sperare che la sua fidanzata non sia gelosa». Quanto a lui, non si preoccupa: «L’ho già avvisato - ha sorriso -. Gli ho detto: “Ho intenzione di stare appiccicata a te e a tua sorella come il chewing gum”. D’altra parte sono la mia luna, le mie stelle».
E di fronte alla gioia di rivederli finalmente scompare tutto: i segni della stanchezza di sei anni di prigionia non si vedono sul suo volto sorridente. Non si vede nemmeno che, per tutta la sua prima notte di libertà, Ingrid Betancourt non ha dormito. «Siamo stati a casa di sua madre Yolanda a Bogotà - ha raccontato il marito Juan Carlos Lecompte -. Svegli, tutta la notte. A parlare della sua prigionia, di quello che ha subito in questi sei anni. È stata una lunga chiacchierata, in cui mi ha svelato i particolari della sua triste vita da ostaggio. Cose di cui porta i segni addosso, cose che l’hanno rafforzata». E poi la prima colazione. Arance. «Ne sentiva un grande desiderio» ha concluso un sorridente Lecompte.
Ora, per la Betancourt, inizierà un giro del mondo per i ringraziamenti. Francia prima, Argentina poi, perché sia il presidente Nicolas Sarkozy che la presidentessa Cristina Kirchner si sono spesi particolarmente per il suo rilascio. E già oggi infatti sarà a Parigi, dove ha studiato, per essere ricevuta all’Eliseo dal Presidente e dalla première dame Carla Bruni, con cui ha già parlato telefonicamente nella notte. «Ho voluto ringraziarli - ha detto -. Entrambi si sono impegnati molto e so che erano in prima fila lo scorso 6 aprile alla “marcia bianca” per il mio rilascio».
Ma non solo la coppia presidenziale si prepara a festeggiare il suo arrivo. Tutta Parigi è in festa: davanti all’Hotel de Ville è stato appeso un ritratto della Betancourt con le scritte 2321 (i giorni della sua prigionia) e Libre. Davanti, ieri sera, c’erano più di un migliaio di persone a fare festa: giovani, anziani, tutti con magliette con le foto di Ingrid e bandiere colombiane.
Ma il suo pensiero non va solo alle persone che vuole ringraziare. Va anche, e forse soprattutto, agli ostaggi ancora in mano alle Farc. Una cifra imprecisata fra i 350 e i 700: in maggioranza poliziotti e militari, ma anche tanti civili e due dozzine di ostaggi «eccellenti» che i guerriglieri marxisti vorrebbero scambiare con i loro miliziani prigionieri. Per loro ora Ingrid si impegnerà in prima persona, ma ancora non sa se lo farà tornando in politica. «In passato, la mia partecipazione alla vita pubblica - ha detto - ha causato molto dolore alla mia famiglia.

Ora non so se voglio riprendere, ma di sicuro non deciderò da sola. Sarà una decisione di tutti: mia, dei miei figli, di mio marito». Qualunque scelta compia, di sicuro, Ingrid Betancourt continuerà a combattere per il suo Paese.

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