Bialetti nel caos: errore nel prospetto, slitta la quotazione

da Milano

Le migliaia di risparmiatori che hanno prenotato le azioni Bialetti, convinti che la società fosse leader tra quelle «comparabili», hanno ieri avuto una brutta sorpresa: il numero utilizzato nel prospetto informativo per fare il confronto era sbagliato. E non di poco: dal primo posto della classifica, con il numerino corretto Bialetti scivola all’ultimo. Un errore tecnicamente definito «materiale» dai responsabili del collocamento curato da Unicredit, ma che a ben guardare cambia la rappresentazione societaria in maniera sostanziale.
Così la sbornia delle matricole in Borsa (20 nuove società in sei mesi) ha fatto deragliare l’omino coi baffi, simbolo delle moka per il caffè di milioni di italiani da 88 anni. Una delle quotazioni più attese. Ora l’esordio in Piazza Affari, previsto per il 25, come minimo slitterà di qualche giorno. L’errore è stato svelato da Altroconsumo, che ieri ha informato la Consob. La quale ha reagito applicando il regolamento che prevede per Bialetti e Unicredit di integrare il prospetto con le correzioni del caso (già approvate ieri sera). Ma anche di dare ai sottoscrittori almeno due giorni per esercitare il diritto di recesso: ho comprato una società che credevo la migliore, ho poi scoperto che è l’ultima, voglio indietro i soldi.
Dov’è l’errore? Nelle pagine 32 e 33 del prospetto (nella parte più delicata, dedicata ai «fattori di rischio»), si legge che il p/e (rapporto tra prezzo delle azioni offerto e l’utile per azione) sui dati 2006 oscilla da 13,8 a 18,5 volte. La variazione dipende dal prezzo di offerta, che verrà determinato nei prossimi giorni, ma che sarà compreso tra 2,35 e 3,15 euro per azione. Il p/e indica quante volte si paga l’utile della società. Quindi più basso è, meglio è.
Ebbene, con tale multiplo, Bialetti batte tutti: da Campione small domestic (17,5) a Knoll (19,5), via via fino a Poltrona Frau (56,2). Ma l’errore si capisce solo se si guarda a pagina 43, dove si legge che nel 2006, a fronte di 2,481 milioni di utile netto, l’utile per azione è stato di 17 centesimi. Calcolato su 15 milioni di titoli. E su questi 17 centesimi è stato conteggiato il p/e di cui sopra. Peccato che i titoli non sono più 15 milioni, come si legge sempre a pagina 43, ma oggi, al momento dell’offerta e quindi ai fini dei multipli da aggiornare, sono diventati 4 volte tanti: 60 milioni, per effetto di un frazionamento azionario. Risultato: il range 13,8-17,5 diventa 57-76. In altri termini con il prezzo minimo non si pagano più 13,8 volte gli utili 2006, ma ben 57 volte. Ultimi in classifica.
Il dato migliora un po’ se calcolato sulla base degli utili trimestrali di quest’anno (molto buoni, pari a 1,67 milioni), e ipotizzandoli costanti di qui al 31 dicembre: il multiplo si riduce a quota 21. Ma, certo, la sua comparabilità con i dati societari del 2006 non è ottimale.
Insomma, un pasticcio che attende soluzione.

E che in ogni caso, per onor del vero, non riguarda più la storica famiglia di Alfonso Bialetti, che da tempo ha venduto al gruppo Ranzoni. Che negli ultimi anni ha acquisito anche Girmi e Aeternum. Facendo dunque anche le pentole. Ma in questo caso (in tandem con Unicredit) - ci sia concessa la battuta - non i coperchi.

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