Biglietti agli ultrà in cambio degli applausi

«Adesso non fate passare altri tredici anni per tornare a Firenze con la Nazionale». Dietro la soddisfazione legittima di Andrea Della Valle, presidente della Fiorentina, pronunciata mercoledì notte, finito lo spettacolo dello stadio amico schierato dalla parte dell’Italia, c’è un curioso retroscena. Il tifo fiorentino, solitamente polemico nei confronti di juventini, rivali storici, anche se con la maglia azzurra, è stato «addomesticato».
Una massiccia dose di biglietti della curva, con gestione del relativo incasso, è stata di fatto affidata ai capi dello schieramento per ottenere in cambio un sostegno. E soprattutto per indurli ad ammorbidirsi nei confronti dei rivali storici, delle impuntature ideologiche e della disistima viscerale per il presidente Carraro. La federazione ha fatto anche il resto. Ha pensato alla premiazione della famiglia Franchi, in memoria di Artemio, e alla presenza di Antognoni, indiscussa icona del tifo fiorentino. Ma non sempre, ecco l’altro aspetto curioso, questa politica paga.
Già perché anche a Palermo, nella sfida ospitata dal capoluogo siciliano, era stata applicata la stessa tecnica.

Ma allora, la sollevazione popolare contro Toni, accusato di alto tradimento per la partenza da Palermo e il trasferimento alla Fiorentina, era stata più forte del tifo organizzato. E i fischi dedicati al centravanti avevano zittito il resto dello stadio disposto a perdonare.

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