Milano - Sei palazzi popolari alti nove piani, in tutto 216 alloggi su cui campeggia, ben visibile su un muro, la scritta "Ghetto of Milan". Alcuni grammi di cocaina, una mitraglietta Skorpion con venti proiettili e un silenziatore: è questo il bilancio del blitz scattato all’alba nelle case popolari, in viale Sarca e viale Fulvio Testi a Milano, considerate uno dei fortini dello spaccio di droga. Le forze dell’ordine hanno circondato i palazzi per eseguire controlli a persone e autoveicoli e una dozzina di perquisizioni domiciliari per droga e armi.
Nel ghetto di Milano Per circa quattro ore 140 tra poliziotti e carabinieri, con il contributo di quattro unità cinofile e un elicottero, hanno perquisito 12 appartamenti e controllato diversi garage. In tutto sono 51 le persone e 28 i mezzi (15 auto e 13 scooter) controllati dalle forze dell’ordine. Indispensabile l’aiuto dei vigili del fuoco per farsi largo davanti a ingressi sigillati. Il blitz ha permesso il sequestro, in un garage di viale Sarca, di 3,5 grammi di cocaina e di un bilancino di precisione. In un angolo, nascosta in un panno colorato, c’era la mitraglietta funzionante, insieme ai proiettili e al silenziatore di ottima fattura. Un’arma, sarà presto analizzata, che potrebbbe essere stata usata in qualche rapina. Difficile, spiega uno degli investigatori, farsi spazio nel dedalo di garage usati come nascondiglio per armi e droga. Gli impianti di areazione erano spessi usati come cunicoli per passare da una stanza all’altra. Nessuno dei 36 alloggi occupati abusivamente è stato sgomberato.
I condimini: "Siamo in prigione" Il massiccio blitz è stato accolto dall’indifferenza degli abusivi e dalla speranza degli inquilini regolari. I primi, per lo più raccolti in gruppetti nel cortile, osservano l’andirivieni di uomini in divisa e non si aprono ai cronisti. Gli altri, i condomini che pagano anche 600 euro al mese, si sfogano con gli ispettori Aler. Chiedono giustizia e pulizia, l’allontanamento degli abusivi e l’abbattimento del muro di cinta, che li fa sentire come in prigione. Vorrebbero un incontro con il presidente dell’Aler, Loris Zaffra, per poter esprimere finalmente il disagio con cui convivono da anni. Sporcizia, droga, degrado, paura. I più, però, non vogliono esporsi.
Restano in casa, osservano dalle finestre, al massimo concedono interviste in assenza di telecamere. Per non passare un guaio. Perché finito il blitz, andati via ispettori e forze dell’ordine, la loro vita tornerà quella di prima, costretti tra l’illegalità e i rifiuti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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