Largo al merito. Dando il giusto valore alle capacità individuali aumenta il senso di appartenenza alla società. In altre parole cresce quel «capitale sociale» (fatto anche di fiducia e rispetto per le istituzioni) che arricchisce un Paese civile e «che pesa ben più di una variabile economica». Parole del presidente dell’università Bocconi, Mario Monti, ribadite dal rettore Guido Tabellini nelle prolusioni d’apertura del nuovo anno accademico. Se da un lato l’ateneo, fucina di economisti per eccellenza, riflette su come rilanciare lo sviluppo del Paese, dall’altro prova anche a voltare pagina, anticipando la riforma. Da quest’anno infatti i professori bravi verranno pagati di più. Come previsto dalla riforma Gelmini («che è un passo verso un sistema più efficiente e che ci auguriamo venga approvata al più presto» ha detto Monti) l’ateneo ha trovato il modo «di spostare l’attenzione dall’anzianità al merito».
Lo spiega nel dettaglio Lorenzo Peccati, prorettore responsabile delle risorse umane. «Già da otto anni premiamo di più quei ricercatori autori di ricerche di forte impatto sulle comunità scientifiche internazionali, indipendentemente dagli anni di carriera che hanno alle spalle. I premi possono pesare fino al 30 per cento della retribuzione». E ora la busta paga più pesante è in arrivo anche per i professori. Ma come si fa a sapere chi è il più bravo? «Da un lato ci serviamo di alcuni questionari anonimi che gli studenti sono obbligati a compilare - spiega Peccati -. Sono domande che poniamo da più di vent’anni perché per noi è sempre stato fondamentale capire quali fossero i docenti migliori, per trattenerli e nel caso richiamarli». I bocconiani ricevono due questionari, uno obbligatorio a fine corso e uno facoltativo a metà anno. In sostanza si sonda se un professore è capace di entusiasmare, di coinvolgere, se è preparato, se è aggiornato, se usa materiali didattici innnovativi o tradizionali. E i ragazzi lo giudicano in base a una scaletta. «Gli altri anni ai professori meritevoli veniva donata una targa - chiarisce il prorettore - quest’anno abbimo deciso che i primi venti avranno 10mila euro in più all’anno». La valutazione non si basa solo sui questionari. «Formiamo un dossier per ogni docente - spiega Peccati - composto dalle valutazioni degli studenti degli ultimi quattro anni e dagli strumenti didattici utilizzati. In pratica risaliamo a come viene presentato un corso». La commissione giudicatrice è formata dai cinque presidi delle scuole bocconiane più il direttore delle risorse umane. Quest’anno i «top» riceveranno diecimila euro in più, l’anno prossimo la partita si giocherà nuovamente.
Il rettore Guido Tabellini si è soffermato sul valore della legalità, «le università devono farsi promotrici di una cultura della legalità per ripristinare il buon funzionamento delle istituzioni». Per questo è stato istituito l’Honor code, un codice di comportamento per docenti e studenti con l’obbiettivo di trasmettere i valori di lealtà e correttezza. «Indipendenza, etica, trasparenza, libertà di espressione, solidarietà e attenzione al merito, sono alcuni dei valori che devono essere rispettati pena severe sanzioni» ha spiegato Giovanni Valotti direttore delle scuole triennali.
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