«A bordo si respira la storia e si tocca con mano il futuro»

VersaillesDall'inizio di febbraio, sotto la presidenza di Daniele Maver, la filiale italiana di Jaguar ha un nuovo direttore generale. È Marco Santucci, manager poco più che 40enne ma con un bagaglio di esperienze già ricchissimo (è stato in Ford e poi in Toyota, come responsabile vendite per l’intera area dei Paesi dell’Europa Occidentale). Tocca a lui, in una congiuntura economica difficile per tutti, rilanciare le vendite in Italia dello storico marchio inglese passato recentemente sotto il controllo dell’indiana Tata.
Si intravede una ripresa?
«L’evoluzione del business rimane incerta, tuttavia qualche indicazione positiva c’è. Nel primo bimestre, il mercato italiano delle vetture premium ha fatto registrare un +5% rispetto allo stesso periodo del 2009. Ci riferiamo però a un momento di forte depressione delle vendite, dunque si tratta di un incremento modesto»".
Anche se la questione non tocca direttamente l’offerta di Jaguar, come giudica lo stop agli incentivi?
«Da un lato ritengo giusto che il mercato non sia drogato. Dall'altro, mi pare fondamentale sostenere la filiera in un momento di grave difficoltà o, quantomeno, non fare nulla che possa influenzare negativamente le vendite. La diatriba sugli incentivi ha portato grande incertezza».
Il nodo fiscale.
«L’auto, purtroppo, nel nostro Paese è considerata un bene di lusso, per come è tassata. Armonizzare la tassazione con quella degli altri Paesi europei non solo è logico, ma aiuterebbe molto il mercato».
Quali obiettivi per Jaguar in Italia?
«Una crescita dei volumi del 15% rispetto al 2009, che dovrebbe comportare anche un aumento della quota nella nicchia del lusso rispetto al 4,6% precedente. Pensiamo di raggiungerlo soprattutto con il contributo della Xf, che vale il 40% del nostro mercato».
Con l’uscita di produzione della X-Type, come si posiziona oggi la marca?
«La X-Type portava volumi, ma anche confusione tra i clienti, perché non rappresentava il Dna del marchio. Oggi Xf , Xke la nuova ammiraglia Xj non lasciano dubbi: eleganza, raffinatezza e prestazioni sono ciò che distingue una Jaguar».
Tra lusso e sportività, high tech e rétro, da che parte pende la bilancia?
«Il nome stesso del marchio suggerisce due valori: performance e design come espressione del lusso. La scelta è per un look moderno, che interpreti in maniera elegante la tecnologia e sappia dare una veste attuale ai valori tradizionali del marchio. Sulla nuova Xj si respira la storia e si vede il futuro».
Come procede l’integrazione con Land Rover?
«Ci confrontiamo ogni settimana.

La collaborazione è totale e il percorso di integrazione delle due società è ormai definito. C’è un enorme potenziale di efficienza anche per la rete di vendita».
Com’è cambiato il modo di proporre e vendere le auto?
"Il cliente interessato all’acquisto deve innanzitutto poter provare il prodotto».

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