Acquistare una casa è diventato un miraggio per oltre 10 milioni di famiglie italiane con un reddito fino a 24 mila euro. Lo conferma l'ultimo Osservatorio congiunturale sull'industria delle costruzioni 2025 dell'Ance (Associazione nazionale costruttori edili), che evidenzia come grandi città come Milano, Roma e Napoli siano ormai fuori portata per molti nuclei familiari. Secondo l'ufficio studi dell'Ance, il costo del mutuo può assorbire metà del reddito familiare, arrivando a oltre i due terzi per il 20% delle famiglie meno abbienti. Lo scenario non migliora per chi vive in affitto, dove i canoni raggiungono cifre simili in proporzione al reddito.
Il piano casa di Ance e Confindustria
Per affrontare questa emergenza abitativa, Ance e Confindustria propongono un piano casa strutturato su tre pilastri: semplificazioni urbanistiche e amministrative, incentivi fiscali e strumenti finanziari di garanzia per favorire investimenti privati. “Le difficoltà di accesso alla casa – spiega Federica Brancaccio, presidente dell'Ance – non solo compromettono il benessere delle famiglie, ma limitano anche la mobilità lavorativa e le prospettive di sviluppo economico del Paese”. La casa, infatti, è considerata un elemento chiave per garantire stabilità e opportunità, specialmente per le categorie più fragili, come studenti e giovani lavoratori.
Costruzioni: la fine di un ciclo espansivo
Il settore delle costruzioni, dopo l'espansione post-pandemia, sta rallentando. Nel 2024 gli investimenti in costruzioni hanno subito un calo del 5,3% rispetto all'anno precedente, e le previsioni per il 2025 parlano di una contrazione ulteriore del 7%. Questo nonostante la crescita delle opere pubbliche, che hanno registrato un aumento del 21% nel 2024 e sono attese in crescita del 16% nel 2025, trainate dai fondi del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza). Tuttavia, l’incremento delle opere pubbliche non compensa il calo dell’edilizia privata, che resta in difficoltà.
Secondo l’Ance, circa il 54% della spesa per interventi Pnrr (pari a 32 miliardi di euro) riguarda il settore delle costruzioni, ma molti progetti erano già previsti prima del piano. Gli investimenti Pnrr sono destinati a toccare quota 54 miliardi entro il 2026, un traguardo ambizioso che, secondo il vicepresidente dell'Ance Paolo Petrucco, sta trasformando i processi decisionali e operativi, aumentando trasparenza e responsabilizzazione. “Il nuovo approccio basato sulle performance sta migliorando l’efficienza nell’uso dei fondi europei”, ha dichiarato Petrucco.
L’emergenza casa e il futuro post-Pnrr
Nonostante l'importante contributo delle imprese edili all'economia, il futuro del settore appare incerto. La presidente Brancaccio sottolinea la necessità di pianificare oltre il Pnrr, puntando su interventi ordinari per affrontare le grandi sfide del Paese: l’emergenza abitativa e la messa in sicurezza del territorio.
“Dobbiamo imparare a trainare l'economia senza dipendere esclusivamente da interventi straordinari.
L’Italia ha dimostrato di poter crescere, ma c’è ancora tanto da fare per rispondere alle esigenze di famiglie e territori”, conclude Brancaccio, invitando a un impegno strutturale e duraturo per il rilancio del settore e del Paese.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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