Porsche, Warhol e il salone di bellezza. Ringo: "Mettere su famiglia è rock"

Il direttore creativo di Virgin radio, voce di Revolver e conduttore tv, racconta a Il Giornale.it il suo rapporto con il denaro e il successo. E ammentte: "Per fortuna della gestione ci pensa la mia fidanzata Rachele, lei è più ponderata"

Porsche, Warhol e il salone di bellezza. Ringo: "Mettere su famiglia è rock"

“Quando avevo 17 anni ho vissuto con altri amici punk, a Londra, col sacco a pelo, per terra. Dormivamo a Victoria Station, di fianco a un tombino da cui usciva aria calda. Ho sempre avuto un rapporto distaccato nei confronti del denaro e ancora oggi mi è rimasto questo essere selvaggio. Infatti lo rifarei, ma ormai ho un’età." A parlare è Ringo, direttore creativo di Virgin radio, voce di Revolver e conduttore tv, ha energia (rock) da vendere, ma - ammette - la gestione delle finanze non è il suo forte. Prima di iniziare a leggere l'intervista per ilgiornale.it e conoscere il suo rapporto con il denaro e gli investimenti, Ringo vi dà un consiglio: mettete un pezzo dei Ramones e non guardate l'orologio.

Come hai già dichiarato in passato, hai sperperato molto in gioventù…

"Erano gli anni ’80, c’era il contante che girava à gogo, si faceva la bella vita. Di quei tempi non rinnego nulla, mi sono divertito tantissimo, certo è che non ero capace a metter via soldi, nemmeno quelli per la spesa. Sono rimasto un po’ bambino in questo: se ho una moneta in tasca voglio subito il gelato! Mia figlia Swami, che ha solo 23 anni, è molto più brava di me a risparmiare. Io sono un artista, sono istintivo, voglio la mia moto col pieno e va bene così!"

Ringo a colori

E oggi?

"Non sono cambiato! Il mio è un difetto, lo so, ma ho imparato, a mie spese, che quando hai soldi è bene pensare a come li spendi, perché un giorno potrebbero fruttare. A Milano la vita è carissima, ormai anche se vai a mangiare all’osteria spendi un capitale, è difficile risparmiare, ma se si ha la possibilità, consiglio davvero di affidarsi a chi è esperto in fatto di investimenti."

E tu a chi ti affidi?

"Alla mia fidanzata Rachele, delle finanze se ne occupa lei, per fortuna! Come tutte le donne, è brava a ponderare."

È vero che in passato ti sei lasciato scappare un quadro di Andy Warhol?

"Non mi ci far pensare. Potevo acquistarlo a 40 milioni di lire, oggi varrebbe più di un milione di euro."

Altre occasioni perse?

"Tante! Ho comprato un sacco di Porsche che poi ho scassato e rivenduto a quattro soldi, ora potevano essere un investimento, avrebbero un valore inestimabile. Ma io le distruggevo, come quella volta che con una Porsche del ‘69 me ne sono andato in Sardegna a fare il dj. Era pieno di buche, ci voleva una jeep, come quella che uso ora, dove ci posso caricare di tutto, dai dischi alla spesa."

La spesa quindi la fai tu, non Rachele?

"Mi capita anche di fare la spesa, ma Rachele dice che compro in modo compulsivo e che porto a casa roba di bassa qualità, insomma, se la fa lei è meglio! E poi io sono malato di shopping: comprerei tutto. Anche quando viaggiamo io mi fiondo nei posti e lei mi tira fuori."

Preferisci i negozi fisici o compare on line?

"No, non sono bravo a comprare on line, io sono rimasto antico in questo, io devo andare al negozio e parlare con la gente."

Cosa hai comprato con i soldi del primo lavoro importante?

"Ho visto i soldi veri dall’86, quando fondai l’Hollywood (insieme a Giorgio Baldaccini e Roberto Galli, ndr). All’epoca ci scorrevano tra le mani fiumi di denaro, eppure la soddisfazione della mia prima paghetta, quella non la dimenticherò mai. Avevo 13 anni, facevo il garzone in un centro di bellezza di via Monte Napoleone. Quando presi il mio primo stipendio - erano 135 mila lire – mi batteva il cuore a mille. Presi quella busta chiusa, andai da mamma e le dissi: ecco mamma, tieni, questo è il mio stipendio. Quello che guadagnavo lo portavo sempre a casa, eravamo in sei in famiglia e non eravamo ricchi. Abitavamo in Bicocca, in un quartiere popolare, la bistecca si mangiava una volta al mese. Io mi rifacevo con le mance delle contesse e delle baronesse che frequentavano quel centro di bellezza. Ci sapevo fare, le riempivo di complimenti e così racimolavo anche 6 mila lire a settimana. E con quei soldi offrivo le cene agli amici, compravo tutti i miei dischi."

Il denaro, secondo te, è sinonimo di successo?

"A me i soldi non piacciono, ho rispetto per chi li ha e ammetto che servono, ma non mi piace quando si usa il denaro per prevalere. I soldi se ti pigliano sono come una droga e quando questo succede, come in tutte le cose, non va mai bene. il denaro è il diavolo, è lucifero ed è lì che ti aspetta, ma se tu lo rispetti e rispetti te stesso impari a dominarlo e a vivere bene. Io, per esempio, adoro offrire le cene ai miei amici: che sia pizza, sushi o cena stellata, stare a tavola in buona compagnia è bellissimo e i soldi questo te lo permettono, è inutile negarlo. Quando sono in America passo sempre da Las Vegas, perché è troppo divertente, ma lì vedi anche fiumi di denaro buttati al gioco, ecco no, questo non è giusto! Io vieterei l’azzardo e le scommesse, cominciamo a rispettare i soldi da lì, e lo dico da sprecone."

Quale sarebbe, secondo te, un buon investimento oggi?

"Non ho dubbi: anche con pochi soldi, vale la pena investire in un’assicurazione sulla vita, questo secondo me è un passo intelligente da fare in famiglia."

Hai un tuo “bene rifugio”?

"La casa e la macchina. Almeno per il bene rifugio, posso dire che ce l’ho fatta."

L’economia è rock?

"Vivere la vita bene, senza perdersi, metter su famiglia, questo è rock. Anche se con pochi soldi, arrivare a fine mese e dire: ok, ce l’abbiamo fatta anche stavolta. Questo è rock and roll. E poi, naturalmente, tirar su tuo figlio a musica rock!"

Qual è la colonna sonora della tua via?

"Ramones, Beatles e Elvis: è questa la mia miscela esplosiva per andare avanti nella vita!"

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