Paolo Savona chiede alla Banca centrale europea una svolta nella gestione del debito pubblico comunitario. Parlando a Piazza Affari all'incontro della Consob con il mercato, il presidente dell'autorithy di vigilanza della borsa ed ex ministro dei governi Ciampi e Conte I ha chiesto una svolta per la Bce nella direzione della garanzia dei debiti contratti dagli Stati per rispondere alla crisi pandemica e al caro-energia.
"Non dovrebbe essere una novità perché è da una vita che sostengo questa tesi", ha sottolineato l'ex accademico sardo. "Quando Draghi ha esercitato questa funziona dal 2012 le cose sono andate bene", ha dichiarato Savona sottolineando dunque una comunanza di visione con lo storico rivale ai tempi della Banca d'Italia. A suo avviso di fronte a tassi in aumento, problemi con la gestione delle regole fiscali e rischio recessione è un rischio il fatto che "non ci sia l'obbligo da parte della Bce di farlo" e nemmeno una facoltà per l'Eurotower di garantire i debiti. Da qui, dunque, "nasce l'incertezza".
Savona entra a gamba tesa nel dibattito politico sul futuro assetto della Bce e del debito europeo. Finita la garanzia del quantitative easing sugli spread e iniziata la stretta monetaria di Christine Lagarde, l'Europa non ha garanzie sul fronte della protezione del debito da eventuali impennate di tassi e spread come invece hanno, al loro interno, Bank of England e Federal Reserve.
Savona, ovviamente, non vuole con la proposta dell'introduzione di una garanzia pubblica della Bce dare il via libera a spese allegre da parte dello Stato italiano, anzi. "Invece di perseguire una riduzione del debito pubblico, che avrebbe effetti certamente deflazionistici, è importante e urgente un rapido ritorno a un avanzo primario del bilancio statale", ha dichiarato, "accompagnato da un andamento del nuovo indebitamento proporzionato all'andamento della crescita del Pil e del risparmio privato che lo deve accogliere". Insomma quel che deve preoccupare non è tanto la quota complessiva di debito, lo stock complessivo, ma il flusso del deficit da armonizzare rispetto alla crescita e il risparmio. Due variabili erose gradualmente dall'inflazione e dai rincari dei tassi.
Per Savona l'inflazione "è come un'ldra dalle molte teste; se una viene tagliata e cauterizzata, agiscono le altre" per questo "una politica che solleciti il risparmio verso investimenti in attività produttive potrebbe consentire un'uscita dall'alto, ossia non a detrimento della crescita reale, dalla crisi inflazionistica in atto". L'economista aggiunge che "la via normalmente ricercata per evitare la depressione innata nell'inflazione e nell'uso degli strumenti con cui viene curata, è quella di accrescere gli investimenti pubblici e sollecitare l'iniziativa privata; essi, nelle attuali circostanze, anche considerando i buoni risultati del 2022, sono insufficienti in entrambi i settori".
Tutela del debito è tutela del risparmio, come ha sottolineato commentando le parole di Savona il presidente di Intesa San Paolo Gianmaria Gros-Pietro: "con i tassi di interesse negativi il risparmio in forma monetaria è stato colpito e adesso viene colpito con l'inflazione, quindi la tutela del risparmio non è stata raggiunta complessivamentè". Parole condivise dal presidente di Abi Antonio Patuelli, per il quale la proposta di Savona può aiutare a "sostenere il risparmio a medio e lungo termine investito in attività produttive".
Savona scende in campo, dunque, per normalizzare il sentiero di ripresa del Paese. Da tempo spinge per l'idea che la mobilitazione del risparmio pubblico e privato sia la via maestra per il potenziamento del sistema-Paese. Ai tempi del suo ruolo di Ministro degli Affari Europei del governo Conte I fu regista della promozione di una cabina di regia sugli investimenti pubblici; nel 2020 promosse l'idea di mobilitare con nuove emissioni di Btp il risparmio privato incentivando la creazione dei Btp Italia e Valore.
Oggi si appella alle forze vive del mercato, ai produttori di valore aggiunto e occupazione e alle istituzioni che lo normano per armonizzare crescita e tutela della stabilità economica. La cui convergenza, dopo anni di sconvolgimenti, è desiderata da tutti.
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