«Bosch crede nel Belpaese, qui ci sono tante eccellenze»

StoccardaNonostante la congiuntura negativa in Europa, lo scorso anno Bosch ha incrementato i ricavi del 9%, a 51,5 miliardi di euro, e grazie soprattutto al positivo andamento del settore dell’automotive (che vale ben il 60% del fatturato totale) il gigante tedesco della componentistica ha messo a segno profitti prima delle tasse per 2,6 miliardi.
Al risultato positivo della capogruppo ha contribuito anche la filiale italiana, che nel 2011 ha fatturato 2,1 miliardi (+5%), di cui 1,3 provenienti dal settore dell’auto. Fiore all’occhiello delle attività di Bosch nel nostro Paese (14 società e 4 centri di Ricerca e Sviluppo che danno lavoro a oltre 5.500 persone) è lo stabilimento di Bari, dove si producono sistemi di iniezione Common rail per motori Diesel e, dallo scorso anno, pompe a bassa pressione che in precedenza venivano fabbricate in Austria.
«Il trasferimento di quest’ultima produzione e le acquisizioni che abbiamo fatto in Lombardia, Emilia-Romagna e Friuli - sottolinea Rudolf Colm, membro del board del gruppo tedesco e presidente di Bosch Italia - dimostrano che è ancora possibile lavorare bene in questo Paese». Per quest’anno, però, Colm vede grigio. «In Europa l’economia va male e in Italia anche peggio: per noi il calo delle vendite supera la doppia cifra percentuale, non solo nell’auto, ma anche in altri settori, dalla termotecnica agli elettroutensili». Eppure, il presidente di Bosch Italia non esclude nuove acquisizioni. «In Italia ci possono essere ancora opportunità interessanti per alcune eccellenze in tutti i settori di nostra competenza». Un’altra dimostrazione di fiducia sono alcuni progetti all’avanguardia (in particolare, nuovi prodotti per la videosorveglianza) che il gruppo tedesco sta sviluppando in vista dell’Expo del 2015 a Milano.


«In questo momento - conclude il presidente Colm - bisogna avere il coraggio di lavorare per la crescita. E l’Italia, come terza potenza dell’area euro, può dare ancora un grande contributo. Ma deve recuperare un’immagine come partner credibile e affidabile, anche attraverso una più intensa collaborazione con la Germania».

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