![Il "bosco" di sculture di Maria Cristina Carlini](https://img.ilgcdn.com/sites/default/files/styles/xl/public/foto/2025/02/12/1739346105-ajax-request-1.jpg?_=1739346105)
Gli appassionati d'arte hanno imparato a conoscerla in questi anni grazie alle sue sculture monumentali in spazi pubblici, come quelle in Piazza Berlinguer (2024), al Parco dell'Arte all'Idroscalo, alla Fieramilano Rho («La nuova città che sale»), e alla Corte dei Conti (2007). Con il nuovo anno, l'artista varesotta Maria Cristina Carlini ha aperto le sue porte al pubblico in un ex stabilimento industriale di via Savona, divenuto sede della Fondazione che porta il suo nome. Sotto l'occhio esperto del curatore Flaminio Gualdoni, gli interni e gli esterni del giardino sono stati allestiti per accogliere visitatori all'interno di un percorso emozionale tra le sue inconfondibili installazioni che raccontano le simbologie della madre Terra e le stratificazioni della memoria.
«Questo luogo nasce dalla mia personale esigenza di apertura e di condivisione ha spiegato l'artista L'obbiettivo era accogliere il pubblico per far conoscere meglio il mio lavoro, anche con possibilità di incontri per esperti del settore, studiosi, artisti e appassionati al fine di poter scambiare idee, punti di vista, pareri, soprattutto per ciò che concerne la scultura». E a ricevere il pubblico sono i suoi «boschi» di sculture che richiamano i materiali organici come il legno di recupero, ma anche quelli industriali come il ferro, la lamiera e l'acciaio corten. La sua ormai storica ricerca sulla forma spazia tra i monumentali volumi geometrici e il richiamo ad una verticalità totemica che si rifà alla tradizione degli obelischi. La nuova fondazione milanese sarà però anche uno spazio multifunzionale che permetterà di fruire di una mostra permanente e luogo interattivo in cui sono previsti eventi, conferenze sull'arte e mostre temporanee. Si tratta dunque di una tappa fondamentale per un'artista italiana e lombarda consacrata a livello internazionale, dall'Europa all'America fino all'Estremo Oriente. In Cina, nel 2010, la Carlini fu invitata a partecipare all'Expo 2010 di Shangai con diverse sculture monumentali e alla mostra organizzata per la Giornata Internazionale della Donna e, successivamente, la sua opera monumentale «Viandanti II» venne collocata in modo permanente davanti all'Ambasciata italiana a Pechino parallelamente ad una mostra nella Città Proibita intitolata «Colloquio tra giganti», prima artista contemporanea invitata ad esporre nel palazzo imperiale delle dinastie Ming e Qing.
La ricerca scultorea della Carlini si è sviluppata nella sperimentazione di diversi materiali, dal ferro all'acciaio corten, dal legno di recupero alla ghisa; la sua formazione è tuttavia legata alla ceramica, allorchè negli anni Settanta a palo Alto in California, si avvicinò alla corrente artistica New Ceramics.
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