Roma - Suona come un de profundis per la maggioranza. Umberto Bossi è onesto e impietoso nell'analisi politica del momento. "Berlusconi e Fini ormai non si prendono più. Sui voti di Fini non ci si può più contare. Ma Berlusconi dice di avere i numeri" dice il Senatùr a Montecitorio ai cronisti sulle ultime vicende legate alla casa di An a Montecarlo e sulla tenuta del governo. Il leader leghista ribadisce che "Berlusconi dice di avere i numeri" per la tenuta del governo. E ai cronisti che gli fanno notare che a questo punto il nuovo sostegno al governo arriverebbe da deputati dell’Udc e provenienti dal Sud replica che "la Sicilia è lontana".
Lombardo: "Nostro appoggio in bilico" "C’è poco da stare tranquilli". Così, intervistato dal Mattino, il governatore della Sicilia Raffaele Lombardo si rivolge a Berlusconi: "L’Mpa - spiega - ha cinque deputati, non cinquanta, e quindi non saranno quelli a turbare i sonni del Cavaliere" ma, aggiunge, "noi proseguiamo la nostra strada". Il sì al governo non è scontato: "Vedremo cosà dirà e farà - sottolinea -. Soprattutto sul Sud".
Casini: "A 316 non ci arrivano" "La quota 316 non sarà raggiunta in parlamento, nonostante la campagna acquisti di questi giorni e nonostante questa soglia sia stata inventata da Berlusconi per distogliere l’opinione pubblica dai problemi del Paese". Questa la previsione avanzata dal leader dell’Ud, Pier Ferdinando Casini, in merito al voto della prossima settima in aula. "La quota 316 non servirà a nulla, l’ha inventata il premier, ma è un obiettivo di comodo, un diversivo. Senza Mpa e finiani non si raggiungerà la quota 316, nonostante la campagna acquisti attuata in questi giorni". Poi i numeri Udc: "Siamo a quota 40. Rispetto a venti giorni fa abbiamo acquistato quattro parlamentari perché eravamo a 36".
Anche Di Pietro chiede le dimissioni di Fini Antonio Di Pietro schiera Italia dei Vallori a favore della richiesta di dimissioni di Gianfranco Fini da presidente della Camera: "È ora - dice Di Pietro conversando a Montecitorio - evidente che non si tratta di uno scontro fra Istituzione ma di un vero e proprio ricatto. Di cui ieri sera in tv sono anche stati fatti i nomi dei ricattatori e del ricattato.
Ci sono dunque gli estremi penali perchè sia la procura della Repubblica persegua i ricattatori e accerti il ricatto. Ma, politicamente, sono sia il ricattatore che il ricattato a doversi dimettere perché chi incarna le istituzioni non può essere sotto ricatto".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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