«Ero cauto, ora sono soddisfatto». Il leader della Lega nonché ministro per le Riforme Umberto Bossi trascorre tutta la giornata nella sede di via Bellerio, a confrontare i dati, a ricevere notizie sempre più esaltanti. Poi in serata si sposta ad Arcore, per la cena con Silvio Berlusconi. Lascia parlare i suoi colonnelli, si limita a poche battute: «Partivo dal presupposto - dice Bossi dopo aver appreso i dati ormai definitivi del voto per Strasburgo - che noi non siamo mai andati bene nelle Europee rispetto alle Politiche». Poi il Senatùr definisce «importante» il risultato del Carroccio in alcune Regioni «rosse»: «Lo avevo detto che la Lega ottiene i voti anche da coloro che votavano a sinistra e che non si sentono più rappresentati». Particolarmente soddisfatto perché nelle zone «rosse» è andato lui a far campagna elettorale.
E infine rilascia la dichiarazione più importante in previsione dei ballottaggi: ««Voteremo i candidati comuni» di Lega e Pdl. «Abbiamo offerto di partecipare alle elezioni dove siamo al ballottaggio, insieme», ha aggiunto il segretario federale del Carroccio. In cambio, Bossi avrebbe incassato la promessa che non ci sarebbe stato «appoggio diretto» al referendum elettorale del 21 giugno. E a chi gli chiedeva se nel corso della cena si fosse affrontata anche la questione legata alla presidenza delle Regioni del Nord, in scadenza il prossimo anno e ambite dal Carroccio, Bossi ha risposto seccamente: «No».
Non vuol parlare delle regionali del 2010 neanche il sorridente Roberto Castelli, viceministro delle Infrastrutture: «Si sta aprendo una stagione irripetibile per la Lombardia e il Veneto: solo per l’Expo di Milano arriveranno 14 miliardi di euro che dobbiamo trasformare in infrastrutture e opere pubbliche». Quanto alle candidature, «le vedremo al momento opportuno, ci siederemo attorno a un tavolo e discuteremo».
Inizia invece già a porre la questione delle presidenze di Veneto e Lombardia il sindaco di Verona Flavio Tosi (nel tondo): «Non si potrà non tener conto di un partito che ha questi numeri e questa forza. Ringrazio di cuore tutti gli elettori del Comune e della Provincia di Verona, per averle confermate come le città capoluogo e la provincia - assieme a quella di Treviso - con il maggior numero di suffragi alla Lega Nord. I risultati dimostrano che il nostro lavoro di amministratori e quello decisivo dei nostri ministri al governo è stato apprezzato dai cittadini».
Gongola soprattutto per il risultato nella sua Regione, il Piemonte, il capo della delegazione leghista al parlamento europeo, Mario Borghezio: «La grande vittoria della Lega Nord premia anche in Piemonte sia l’impegno di una militanza ineguagliabile, sia la coerenza politica specie sui temi dell’immigrazione clandestina e della sicurezza. Punto di riferimento delle categorie e, ormai, anche del mondo del lavoro - continua l’europarlamentare del Carroccio - la Lega si configura come un vero e proprio “partito di raccolta” del popolo piemontese».
Con il lento affluire dei risultati dello scrutinio per le amministrative, il ragionamento di Bossi sulla Lega partito del popolo trova ulteriore conferma: il Carroccio cresce in zone di lunga tradizione operaia, come Torino, come pure nelle province dell’Emilia Romagna. E si conferma una forza estremamente radicata sul territorio, in grado di intercettare le istanze di un elettorato anche tradizionalmente lontano dal centrodestra.
Per il capogruppo della Lega alla Camera, Roberto Cota, «i dati delle elezioni amministrative sono ancora migliori rispetto a quelli delle Europee. Dove ci sono nostri candidati l’alleanza va benissimo e in molti casi si vince al primo turno. La forza della Lega - conclude - è un valore aggiunto per tutta la coalizione e dunque anche per il governo». «Il successo elettorale della Lega Nord - gli fa eco Federico Bricolo, capogruppo al Senato - è dovuto a Umberto Bossi: è lui che ringraziamo, è il regista di tutta l’operazione.
La Lega anche questa volta è cresciuta - prosegue - e questo significa che abbiamo lavorato bene, che i cittadini apprezzano i risultati dei nostri ministri al governo».Bricolo smorza ogni polemica nel rapporto con l’alleato di governo: «Per quanto ci riguarda non c’era nessuna competizione elettorale con il Pdl». RInt
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