Il britpop è morto! Viva il rock!

«Different gear, still speeding», l'album di debutto dei Beady Eye di Liam Gallagher è un piccolo gioiello che si ricollega alla tradizione dei classici. Ma il prossimo passo sarà quello più difficile.

Il britpop è morto e il post-britpop non sta tanto bene. Perciò, viva il rock targato Beady Eye. Che, tanto per dirne una, sono molto più degli Oasis senza Noel Gallagher. Perché la produzione di Steve Lilliwhite ha dato alla band un suono pulito e preciso che fa pensare a riferimenti nobili come il miglior John Lennon.

È proprio il singolo «The Roller» che imperversa nelle radio a evocare le atmosfere beatlesiane d'antan. Così come l'utilizzo del pianoforte, strumento messo un po' da parte dal pop mainstream (eccezion fatta per gli ultimi Coldplay). Bisogna però guardare anche ai punti di partenza. I Beady Eye sono una diretta discendenza degli ultimi Oasis ma nella qualità della composizione Liam e i due «soci» Gem Archer e Andy Bell sono riusciti a sviluppare sonorità che vanno dal puro rock di «Bring the light» fino alla melodica ballata molto «sixties» di «For Anyone». Il risultato, come detto, non era scontato così come non era scontato che Lilliwhite assecondasse senza una overproduction alla U2 la vena di Gallagher junior.

Così come non era scontato il successo di pubblico (in Uk «Different gear, still speeding» è già disco d'oro e in Europa e Stati Uniti ha avuto positivi riscontri). La parte difficile è quella di comprendere dove possa condurre questa strada giacché i Beady Eye non hanno voluto precludersi nessuna opzione come testimonia «Wigwam» nella quale certamente risuonano gli echi degli Who, ma anche di un fermento psichedelico che si poteva intravedere negli ultimi due lavori degli Oasis («Don't believe the truth» e «Dig out your soul»). Analogo discorso va fatto per un piccolo debito di «Standing on the edge of the noise» ai primi Led Zeppelin. O per voler essere più modesti agli Slade.

Se però accontentarsi, come sostengono i cirtici più taglienti, vuol dire ascoltare un ottimo brano rock come «Three Ring Circus» o «The morning son» (che si potrebbe definire in

piccolo una «Champagne Supernova» degli anni '10), allora si è già al di là delle aspettative minime. Certo, se l'opera seconda dei Beady Eye non segnerà un ulteriore progresso, si dovrà necessariamente essere meno indulgenti.

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