Broadway al Gratosoglio Dove va il teatro milanese

Mentre i tagli costringono le grandi sale milanesi a ridimensionare i cartelloni alla periferia sud prende vita un nuovo "polo" con gli spazi Pim, Crt e Ringhiera

Broadway al Gratosoglio 
Dove va il teatro milanese

Le polemiche scoppiate all’inizio dell’estate e i tagli ai finanziamenti ministeriali hanno reso ancora più calda, per i teatri milanesi, questa estate con temperature da record. Sul fronte delle polemiche, la diatriba fra l'Assessore alla Cultura della Provincia, Umberto Novo Maerna, e i palcoscenici della città che partecipano alla rassegna "Invito a teatro", sembra sembra ormai acqua passata. Sul fronte dei tagli, invece, i mancati finanziamenti dal Ministero stanno causando una diminuzione generalizzata delle repliche dei singoli spettacoli, e talvolta addirittura l'annullamento di produzioni già in cantiere per la prossima stagione. E' questo il caso del Piccolo che, obbligato a ridimensionare il proprio bilancio in corso d'opera, ha dovuto rinviare sine die la messa in scena di "Macelleria messicana", la pièce di Enrico Groppali in programma per il 2011. In futuro, peraltro, la situazione potrebbe anche peggiorare: "il Ministero", afferma Fiorenzo Grassi, storico direttore organizzativo dell'Elfo, "ha lasciato intendere che, già il prossimo anno, i fondi potrebbero ulteriormente ridursi del 30%".
Eppure, a dispetto delle circostanze, c'è persino chi ha scelto di giocare al rilancio. L'Elfo, per esempio, ha deciso di rinnovare completamente il suo repertorio, raddoppiando quasi le produzioni in cartellone la prossima stagione. Il Franco Parenti, a sua volta, ha addirittura raddoppiato sia le produzioni che le ospitalità, trasformando la Sala Anima in uno spazio per il teatro di ricerca. Ovviamente simili iniziative non sarebbero state possibili se sponsor come Pirelli, Intesa San Paolo, Fondi Anima e Fastweb nel caso del Parenti, Radiotaxi e la Coop nel caso dell'Elfo, non avessero confermato il loro apporto nonostante la difficile congiuntura economica.
E i teatri più piccoli, che per dimensioni e visibilità faticano a trovare sovvenzioni private? Le formule più innovative per far fronte ai tagli arrivano proprio da loro. Il CRT, per esempio, ha indetto un concorso per giovani compagnie mettendo a disposizione ben 25000 euro. Il premio Tadeusz Kantor - dedicato al grande drammaturgo polacco, autore di uno spettacolo di culto come «La classe morta» - è rivolto ad artisti under 35 e mette in palio la possibilità di vedersi produrre e ospitare lo spettacolo nel Salone di via Ulisse Dini, il più storico tra gli spazi milanesi di ricerca (informazioni sul sito www.teatrocrt.it).
Via Dini si trova all'estrema periferia sud di Milano, in una zona attorno a piazzale Abbiategrasso che sta diventando una sorta di piccola Broadway ambrosiana. Nell'arco di un chilometro si trovano infatti quattro teatri di punta della scena off: oltre al CRT, l'Atelier Colla, il Ringhiera e il PIM. Quest'ultimo spazio, che da appena un mese si è insediato in un capannone della ex Cartiera Verona di via Missaglia, rappresenta un'autentica novità per il mondo del teatro milanese. Innovativa è anzitutto la struttura - dotata di una prima sala per gli spettacoli, una seconda per mostre e performance, e di una foresteria per le compagnie fuori sede - ma anche la programmazione e, soprattutto, la modalità con cui viene finanziata.

Il PIM può infatti contare su di un mecenate, un imprenditore chimico-farmaceutico, Marco Falciani, che con la sua azienda sponsorizza gli spettacoli di teatro di ricerca, di danza e di musica jazz. Una figura pressoché unica, nell'intero panorama culturale milanese, che indica l'unica strada per far fronte ai tagli dei fondi pubblici: la ricerca di coraggiosi e illuminati finanziatori privati.

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