Quel suo bikini primitivo di pelle, indossato nel film «Un milione di anni fa», è passato alla storia al pari di quello di Ursula Andress nel primo James Bond. Era il 1966 e Raquel Welch aveva 26 anni. Stava per finire il tempo delle maggiorate, da lì a due anni, con la rivoluzione giovanile, saranno le ragazze pelle e ossa a prendere il sopravvento nell'immaginario collettivo. Parte del successo di Raquel Welch è dovuto a questo: è stata forse l'ultima rappresentante di un fascino prorompente e curvilineo. Oggi, 5 settembre Raquel Welch compie 70 anni, la sua bellezza è cambiata ma non è scomparsa: «Quando vedo le foto e i film del passato mi stupisco sempre e mi chiedo come facevo a entrare in quelle taglie, però credo che la mia faccia sia meglio ora».
La faccia e il corpo di questa bellezza latina - il vero nome di Raquel Welch è Jo Raquel Tejada - arrivata alla notorietà subito dopo la morte di Marylin Monroe, fecero dimenticare agli americani una regola che al cinema aveva fino ad allora dettato legge e cioè che le dive, le regine sexy di Hollywood dovessero esser bionde e diafane. Raquel quando Hollywood la consacrò a sex symbol, aveva la pelle scura, ma non scurissima, perfetto mix genetico nato dal matrimonio di un ingegnere boliviano e una americana di origini irlandesi, aveva i capelli rossi e forme mozzafiato, gambe lunghissime, vita stretta e seno prorompente, tanto che venne soprannominata «B.B.», ovvero «Body Beautiful».
Una campagna pubblicitaria forte di 92 copertine su riviste europee e 16 americane, fece conoscere quelle forme, che le resero facile la vita sul set: «Quando hai l'avvenenza fisica non devi saper recitare». Non è stato solo il suo aspetto però a lanciarla in una carriera che può vantare una sessantina di film fra cui, in Italia, «Spara forte, più forte, non capisco», di Eduardo De Filippo, accanto ad un altrettanto bello Marcello Mastroianni. Nel film, un fiasco che troncò la carriera di Mastroianni come produttore, Raquel interpretava in modo improbabile la parte di una napoletana.
Come accade spesso alle bellezze troppo appariscenti la carriera al cinema di Raquel Welch ha avuto una parabola discendente con il passare degli anni. Hollywood non sa adattarsi, non sa reinventare e così Raquel Welch, nonostante un aspetto capace di reggere i segni del tempo, è rimasta intrappolata in un genere di film e di parti che hanno scemato per quantità e qualità con il passare del tempo. Ma l'attrice di Chicago ha saputo reinventarsi. Con la televisione. «Gli americani hanno sempre avuto un qualche sex symbol da adorare, è una tradizione che dura nel tempo e io sono onorata di averne fatto parte, ma è difficile avere una lunga e fruttuosa carriera se sei stata stereotipata in quel ruolo, è per questo che sono particolarmente orgogliosa di essere riuscita ad andare avanti».
Nel 1987, a quarantasette anni, riemerse infatti con un successo meritato: il drammatico «Right to die», diritto di morire, trasmesso da Nbc, che toccava, allora, in un'epoca in cui era ancora un tabù, il tema dell'eutanasia.
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