«Dalla C1 all’Uefa. Ora la Champions...»

Un tipo così sarebbe piaciuto anche a Osvaldo Bagnoli. Serio e taciturno, pochi fronzoli e tanta sostanza: Beppe Biava. Che se non fosse diventato calciatore, avrebbe fatto il perito elettronico nella fabbrica del suo paese, Seriate. Per fortuna sua e del Genoa, è prevalso l'amore per il pallone.
È vero che quando eri nell'Albinoleffe a tempo perso partecipavi anche ai tornei amatoriali?
«Sì finché abbiamo giocato in C1. Con due miei compagni, Poloni e Del Prato, organizzavamo dei tornei estivi per racimolare i soldi per andare in vacanza. Una volta promossi in B abbiamo smesso, altrimenti avremmo rischiato la carriera».
Un anno fa quando sei andato via da Palermo hai scritto una bellissima lettera ai tifosi rosanero. Come mai?
«Quando sono arrivato a Palermo non mi conosceva nessuno, i tifosi mi hanno subito preso in simpatia, dopo quattro anni e mezzo mi è sembrato giusto ringraziarli».
Mimmo Criscito su queste colonne ha scritto che la vera sorpresa del reparto difensivo è Biava. Ti aspettavi di avere un rendimento così alto?
«Sinceramente no, perché venivo da una stagione normalissima. Qui mi sono trovato subito bene anche grazie a un gruppo eccezionale».
A Palermo eri un titolare inamovibile di Guidolin, ora hai conquistato Gasperini. Che differenze vedi tra i due?
«Guidolin è più chiuso, timido. Gasperini scherza un po’ di più. Dal punto di vista tecnico sono due ottimi allenatori, tra i migliori in Italia».
Quale arma in più ha il Genoa rispetto a Roma e Fiorentina per la Champions?
«L'entusiasmo e la consapevolezza che la nostra classifica è meritata. Sappiamo che è molto difficile arrivare quarti, ma ci proveremo fino alla fine».
Hai mai giocato con due fuoriclasse come Milito e Thiago Motta?
«Ho avuto la fortuna di giocare con Toni e Amauri, quest'anno con Milito e Thiago Motta. Mi è andata sempre bene».
Pochi lo sanno, ma tu la Coppa Uefa la conosci già dai tempi di Palermo. Che ricordi hai dell'avventura europea?
«Per uno come me che aveva sempre giocato in serie C è stata un'esperienza bellissima. Certi stadi li avevo visti solo in televisione. Ho fatto tre anni di Uefa indimenticabili».
Se il Genoa arriva quarto, hai già pensato a come festeggiare?
«Non ci ho ancora pensato, siamo tutti concentrati sull'obiettivo».
È vero che a gennaio ti voleva il Milan?
«Non lo so, credo fossero solo voci di giornale».
Due anni fa alla Reggina hai segnato un gol al volo di tacco. Domenica ci riprovi?
«Era la prima partita di campionato al Barbera. Feci un bel gol anche se un po’ fortunoso. Peccato che poi per due anni abbia pagato il prezzo e non abbia più segnato!».
Che cosa distingue la tifoseria rossoblù dalle altre?
«Anche a Palermo c'era molto calore, ma la passione che c'è qui non l' ho vista da nessuna parte».
Come passi il tempo libero?
«Ho una bimba di due anni. Io e mia moglie facciamo tutto per lei. Nel tempo libero passeggiamo sul lungomare di Arenzano. Genova a dire il vero la conosco poco».


A 32 anni sotto sotto speri ancora in una chiamata azzurra?
«Non è che non ci speri, ma capisco la volontà di Lippi di puntare su giocatori giovani. Bocchetti e Criscito se la meritano. Se poi Lippi mi chiama, mica dico di no!».

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