La cabinovia del futuro? È già dimenticata

La cabinovia della Magliana? Neppure tre settimane di vita, il progetto ha fatto flop. Nato ufficialmente il 10 luglio, è già praticamente estinto. Al Campidoglio nell’assestamento di bilancio del 3 agosto inutile cercarne traccia. Nella manovra estiva dell’assessore al bilancio Marco Causi i 12 milioni dati per certi solo una settimana prima, il 27 luglio, non ci sono più. Per la cabinovia Eur-Magliana, annunciata alla stampa internazionale dal sindaco Veltroni il 10 luglio, soldi non ce ne sono.
Una storia breve quella della funivia sul Tevere, 650 metri sospesi nel vuoto, dalla Magliana Nuova (via dell’Impruneta) alla stazione della Roma Lido e della Metro B. Una fune d’acciaio a sostenere 32 cabine, da 8 posti l’una, a 35 metri di altezza. Un tempo di percorrenza di due minuti, secondo il progetto di Romametropolitane. Il 10 luglio, presentando l’opera, Veltroni l’aveva definita «una cabinovia urbana, come quelle turistiche di Barcellona, Medellin e Hong Kong, ma con una vocazione più orientata al trasporto pubblico». Grossi titoli sui giornali. Il 27 luglio Veltroni aveva firmato un’ordinanza per accelerarne l’iter. Altri titoli. Ora lo stop. Improvviso e inaspettato.
A commentare la notizia è Vito De Russis, presidente dell’Associazione per i diritti dei pedoni: «Niente, la cabinovia nella manovra di Causi non c’è più. Si vede che hanno finito i soldi. E dire che per collegare la Magliana Nuova con la metro basterebbe una struttura pedonale semplice semplice. Costerebbe pure poco».
Costosa o no, l’opera è stata rinviata a data da destinarsi. Forse cancellata per sempre, chissà. E i giornali? «La Repubblica - commenta De Russis - se l’è cavata con un trafiletto: “Nella manovra si è rinviato il finanziamento chiesto dall’assessore Calamante per la cabinovia”. Altri hanno sorvolato. Ma tutto si fonda sullo strumento del vivere alla giornata: enfatizzare la notizia portatrice di speranza e minimizzare (o non dare) la notizia portatrice di delusione. Il cliché va rispettato».
Tonfo a parte, come era vista dai romani la cabinovia della Magliana? Appreso il de profundis, parecchi tireranno un sospiro di sollievo. Basta scorrere i vari blog cittadini. Su uno dei più noti, 06blog.it, si legge: «Dodici milioni? Li spendessero per far funzionare meglio i bus e pulire la città»; «Sarebbe meglio incrementare i mezzi pubblici in periferia». «Ma i pescecani sul Tevere per chi volesse lanciarsi?» ironizza un tale. E un altro: «Ma la navetta spaziale per andare al lavoro? Chissà, con questo sindaco tutto è possibile».


Infine il parere di un ingegnere, noto autore di una dozzina di libri e video sui trasporti urbani, Vittorio Formigari: «Un mezzo di trasporto pubblico, - commenta sul suo blog - deve poter funzionare sempre, di giorno e di notte, d’inverno e d’estate. Come la mettiamo con la cabinovia della Magliana? Le cabine dovranno essere illuminate e anche con l’aria condizionata. E come la portiamo, alle cabine, l’energia elettrica necessaria? Con un cavo a penzoloni?».

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