Tony Damascelli
nostro inviato a Torino
Era quasi finita. Barbara e Maurizio danzavano allegri, sicuri di restare primi e vincenti. La festa era stata tutta per loro, fino a quellultimo passo di samba. Una pugnalata velenosa, improvvisa nel fianco di Maurizio Margaglio e la vetrina italiana piena di luci è andata in frantumi. È caduto Maurizio, come un dilettante qualsiasi e si è trascinato appresso Barbara. Il Palavela si è come zittito, si è rialzato mister Margaglio, la Fusar Poli gli stava di fronte, le mani sui fianchi, incredula, chiedendo perché, per come. Maurizio dirimpetto, stessa postura, non aveva parola, non aveva nemmeno un volto. Cercava una spiegazione a quella gaffe, forse una maledizione, forse il ghiaccio troppo dolce, come sostengono i velocisti dello short track. Ma non cera più nulla da fare. Anzi tutto era stato fatto in quellattimo cadente. Discesa allinferno dopo aver sentito il profumo del paradiso, precipita la coppia italiana dal primo al settimo posto. Prima di loro, altri capitomboli, altre lacrime appena trattenute, mille passi provati mille volte e tutti finiti nello zucchero, poi il cianuro nella prova più importante. Si va oltre ripensando a questa notte strana, ai suoi fotogrammi.
Se tutte le balere fossero fresche, ordinate e illuminate come il Palavela di Torino sarebbe bello tangare anche ogni giorno. E allora si vada con le danze: serata di gala, in attesa della finale di oggi, lunedì, per il pattinaggio artistico. Danza originale, dice il programma, tradotto significa rumba, cha cha cha, samba, salsa, mambo, repertorio latino che si ascolta nei peggiori bar di Caracas, di grandissima moda in tivvù e nelle sale da ballo. Pubblico caloroso e folto anche se fuori nevica che è un piacere. Code da finale di champions league allentrata del Palavela, organizzazione da strapaese.
Per fortuna ci sono le gare, per fortuna, ci sono gli atleti, per fortuna cè tanta bella musica per le orecchie e per gli occhi, il disc jockey non è di quelli fumati di certi locali, i decibel sono umani, il ballo è bello, pulito, ricamato come gli abiti delle femmine, alcune sembrano volare ignude. I maschi indossano maglie o camicie tipo Little Tony. Le pettinature, in alcuni casi, prevedono dosi di lacca, gel o brillantina che mettono a rischio il buco nellozono. Sorridono prima e durante le piroette, mandano baci e tubano anche in fase di rumba. Poi vanno a sedersi in panca aspettando il verdetto: la gioia diventa smorfia quando i giudici annunciano il punteggio, labbra morsicate, mani sugli occhi, via, verso lo spogliatoio, per struccarsi e ritornare in abiti contemporanei.
Tre ore e mezzo di balli: la coppia israeliana Zaretski, Alexandra e Roman, alza la temperatura del Palavela, lui ha una capigliatura leonina, lei porta al braccio un solo guanto, nero; i giudici li bocciano, il pubblico contesta e fischia, non ci sarà moviola e prova tivvù. Piovono pupazzi di pelouche per gli azeri Fraser-Lukanin, altri fischi contro la giuria per i voti bassi agli ucraini Golovina-Voiko. La francesina Nathalie Pechalat è la prèmiere qui tombe, ritrova il tempo con And I love her dei Beatles, spunta il tricolore degli allonsenfants, vive la France. Lisraeliana Galit Chait indossa un abitino con posteriore piumato, sembra Paperina, il suo emaciato, scavatissimo compagno Sergei Sakhnovski soffia tra le piume al vento per inquadrare la pista, la coppia va in testa. Finiscono stesi per i ghiacci i due lituani ma si rialzano al secondo posto; il vento dellest spinge gli ucraini in testa, finale travolgente e drammatico: perde la presa, cade, si abbatte allultimo passo la canadesina Marie-France Dubreuil.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.