da Milano
Torino-Sampdoria solo per abbonati: così ha deciso losservatorio del Viminale dopo gli incidenti in zona derby e visti i precedenti dellanno scorso tra tifosi granata e sampdoriani.
Presidente Cairo, che cosa ne pensa?
«Abbiamo chiesto alla Prefettura e alla Questura di poter vendere i biglietti almeno ai nostri tifosi. Proprio come succederà per Fiorentina-Juve. Aspettiamo la risposta».
Gli scontri di domenica sono stati un bellassist allOsservatorio?
«Gli incidenti sono da condannare, ma noi siamo responsabili solo per quanto accade allinterno dello stadio. E lì è filato invece tutto liscio grazie anche allaumento del numero degli steward, da 330 a 450. Ci stiamo sempre più avvicinando al modello inglese».
Tanto che proprio come in Inghilterra, dove i tifosi si scontrano nelle periferie, la partita è sempre di meno la causa scatenante degli incidenti. I derby di Genova e Torino, lo dimostrano.
«Guardi, noi domenica abbiamo speso 30mila euro per gli steward. Faccia il conto di quanto ci può costare unintera stagione. Gli scontri lontano dagli stadi sono una questione di ordine pubblico. Ed è un lavoro molto difficile ma...».
Ma?
«Ma far sfilare il corteo dei tifosi della Juve davanti allo stadio Filadelfia, cuore del tifo granata, è stato come segnare un gol a porta vuota per chi cercava lo scontro. Forse si poteva evitare...».
Il giro di vite però cè stato.
«Una partita non deve mettere a repentaglio la vita né lincolumità di nessuno. E ogni misura del Viminale va in questa direzione. Ma non vorrei che le società finissero per pagare un prezzo troppo alto».
In che senso?
«Che non poter vendere i biglietti ai propri tifosi è una decisione che ci punisce economicamente. Prenda il Torino: va bene rinunciare a 50mila euro, frutto dei 2000 biglietti che avremmo venduto ai tifosi della Samp, ma vietare tout court la vendita è una misura eccessiva».
Non è un modo per evitare lintrusione di qualche cane sciolto?
«Così si finisce per penalizzare il tifoso normale. Soprattutto in uno stadio piccolo come lOlimpico».
È pronto un fronte comune delle società contro le misure del Viminale?
«È ancora presto. Ma valuteremo con attenzione gli sviluppi».
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