Dopo le polemiche sulle imprecazioni in campo, sabato 20 febbraio arriva il fischio d'inizio della quarta edizione del campionato pontificio di calcio per sacerdoti e seminaristi, una sfida all'insegna del fair-play. «Una vita senza bestemmie, non solo un campionato di calcio», ha detto uno dei giocatori partecipanti. Sedici le squadre al via divise in due gironi. In campo ogni sabato e domenica fino al 25 aprile. Il 22 maggio si giocherà la finale. Nell'anno dei Mondiali, il torneo vaticano, organizzato dal Csi, il Centro sportivo italiano, vuole essere preludio e preparazione alla gioia dello stare insieme di «South Africa 2010». «Una sorta di anteprima del Mondiale in Sudafrica che ci rende orgogliosi - ha detto il Presidente del CSI, Massimo Achini - un appuntamento che è diventato nel tempo una certezza».
Un campionato anche all'insegna del mercato a parametro zero che per la prima giornata di gioco prevede alle ore 9 la sfida tra i campioni in carica del Redemptoris Mater e il Collegio Sant'Anselmo. Nel campo B, derby continentale tra i North American Martyrs e il Collegio Brasiliano. A seguire, con calcio d'avvio alle ore 10,30, il Pontificio Collegio San Paolo contro l'Istituto Polacco. Sarà un campionato mondiale: 373 i giocatori partecipanti che rappresentano i cinque continenti, per un totale di 65 nazioni. Rispetto alla scorsa edizione diminuiscono gli italiani (45), che in numero vengono superati dai calciatori del Messico (49 giocatori). Seguono Brasile (24) e Usa (21). Tra gli atleti della Clericus Cup 2010 anche 4 giocatori di Haiti, 1 libanese, 1 maltese, 1 panamense, 1 vietnamita, 1 giocatore del Lesotho, paese nel cuore del Sudafrica, che a giugno ospiterà i Mondiali di calcio.
«Se vuoi educare un ragazzo alla vita devi farlo anche attraverso lo sport», ha detto durante la presentazione monsignor Claudio Paganini, consulente ecclesiastico nazionale del Csi e presidente della Clericus Cup. «Possiamo vedere il torneo come una scuola di esercizio nella fraternità sacerdotale», ha aggiunto monsignor Josef Clemens, segretario del Pontificio Consiglio per i Laici. Alla conferenza era presente anche Giancarlo Abete, presidente della Federazione italiana giuoco calcio ed hanno mandato il loro saluto Rocco Crimi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri con delega allo Sport e il presidente del Coni, Gianni Petrucci da Vancouver. «Questa manifestazione sta crescendo sempre di più e fa comprendere la grande integrazione. Il calcio è una realtà composita con tante peculiarità, ma è un tutt'uno - ha detto Abete -. L'obbiettivo è ricordare che al centro di tutto c'è un sistema valoriale, poi c'è la sfida agonistica. La Figc segue questa manifestazione con grande attenzione e simpatia».
Grande attenzione alla Clericus Cup anche da parte del ct della nazionale italiana, Marcello Lippi. «Chi vincerà la Clericus Cup? Parliamo anche qui di un Mondiale... io vedo bene il calcio africano, in forte evoluzione. Con allenatori autoctoni reduci da esperienze importanti in Europa e con calciatori tatticamente ora più furbi. Ci sono team africani anche alla Clericus Cup, vero?». Anche il difensore brasiliano della Juan ha rivolto un messaggio, inviando il suo augurio al Collegio Brasiliano, augurandosi un successo dei suoi concittadini.
Nell'anno dei Mondiali la Clericus Cup non poteva mancare anche il pensiero del cardinale Wilfrid Fox Napier, arcivescovo di Durban, in una lettera inviata agli organizzatori: «Il Sudafrica ha l'onore quest'anno di accogliere la Coppa del Mondo di Calcio, per la prima volta nel continente africano. Un'occasione per evidenziare l'importanza che lo sport riveste nella cultura moderna, all'insegna della pazienza, della perseveranza, del rispetto. A questo proposito la Clericus Cup è un fulgido esempio dell'attualità di questi valori e dell'opera di una Chiesa vitale».
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