Calcio: nella Liga i vecchietti del Levante sfidano i marziani del Barça

La squadra rivelazione del massimo campionato spagnolo è prima in classifica con quella di Guardiola, ha la migliore difesa e un'età media di 34 anni. Ma nessuno di prende troppo sul serio: «Se dicessimo che vogliamo lottare per la Champions o per l'Europa League, sarebbe spararci nei piedi»

Da lontano li si potrebbe confondere: stessi colori, stessa maglia, a strisce rosse e blu. E ora in comune hanno anche il primo posto di Liga, che occupano insieme. Ma le analogie si fermano qui. Il Levante dei «vecchietti» la squadra rivelazione in Spagna, primo a 14 punti dopo sei giornate, per il resto è a anni luce dai marziani del Barca. Il club catalano è da sempre un «grande», il Levante, in 105 anni di esistenza come seconda squadra di Valencia è sempre stato un «piccolo». Fra i due primi della Liga c'è un baratro finanziario. I catalani hanno un bilancio da capogiro, 460 milioni di euro, pari solo a quello del Real Madrid. I rossoblù di Valencia hanno il bilancio più povero della Liga, 23 milioni. Ma dimostrano che i soldi nel calcio non sono proprio tutto. Orgoglio e volontà possono fare la differenza almeno per un po'.
Il Levante ha costretto al pareggio in settembre il Real Madrid. Domenica ha piegato l'altra rivelazione di inizio campionato, il Betis, che era primo in solitario. Niente stelle fra i levantini, ma tanti seri, navigati professionisti, un pò maturi, però capaci di entusiasmo. Il leader del gruppo è Sergio Ballesteros, centrale inossidabile di 36 anni, capace di sbalordire battendo nello sprint nella partita con il Real Madrid nientemeno che Cristiano Ronaldo.
Ballesteros comanda una difesa pretoriana quasi da casa di riposo, 34,2 anni di media: il portiere Gustavo Munua, 33 anni, poi Javi Venta (35), Nano (31), Juanfran Garcia (35). È la migliore difesa di Liga, 3 gol in sei partite (4 vittorie e due pareggi), meglio di Barca (4 reti subite) e Real (5). A centrocampo c'è Asier del Horno, 30 anni, ex di Valencia, Atletic e Chelsea, riciclato fra i «peones» levantini come Javier Farinos, ex-di Valencia, Hercules e Inter, che sembrava dovesse lasciare la prima divisione l'anno scorso. Davanti il trascinatore è un altro ex, Josè Javier Barkero, 32 anni, grande giovane promessa spagnola del 1999, quando vinse con le Furie Rosse baby (l'under 20) i mondiali in Nigeria, poi scivolato nei secondi ruoli.
A guidare i «meccanici» del pallone valenciano c'è il tecnico Juan Inacio «Jim» Martinez, una vita fra serie C e B con il Cartagena, appena approdato in Primera a 47 anni. La forza del Levante: un gruppo compatto, solido ed esperto, capace di sacrificio, con una grande solidarietà fra i giocatori, tanta voglia di dimostrare qualcosa. Il Levante, spiega Abc, è «la squadra delle ultime opportunità», «l'ultimo treno» per giocatori delusi in cerca di riscatto.


Nessuno però si prende troppo sul serio: «la gente qui ora è euforica, ma se in 100 anni finora non era mai successo, non credo che capiterà molte altre volte» ha detto ad Abc uno dei levatini. «Il nostro segreto è fatto di umiltà, lavoro, spirito di sacrificio, aiuto ai compagni. Se ora cominciassimo a dire che vogliamo lottare per la Champions o per l'Uefa, sarebbe come spararci nei piedi».

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