Con l'addio di Pelè, il mondo del calcio perde uno dei suoi miti. Una divinità del calcio e un'icona assoluta dello sport nel mondo. Di lui si sa tutto o quasi, dai trionfi con la maglia del Brasile con cui conquisterà tre volte la Coppa del Mondo, alle valanghe di gol col Santos, proviamo a scoprire dieci curiosità su O'Rei.
Il soprannome
"O Rei" arriverà dopo, con la gloria. Il nomignolo che lo renderà leggendario viene da lontano, dall'infanzia. All'anagrafe lui è Edson Arantes do Nascimento. Pelé pare gli venne affibbiato da un compagno di scuola, scherzando sul fatto che il giovanissimo futuro campione storpiava a sua volta il nome del portiere della squadra del Bauro, il primo club in cui iniziò a giocare, chiamandolo Pilé anziché Bilé. Al diretto interessato quel nomignolo, Pelé, non piaceva proprio, ma visto che i suoi compagni di squadra erano anche quelli di scuola, in breve tempo tutti iniziarono a chiamarlo così e se ne fece una ragione.
Il numero 10
Facile pensare a Pelé con la maglia numero 10, quella che ha portato per una vita intera. Bisogna sapere però che prima della Coppa Rimet del 1958, la prima conquistata dalla leggenda brasiliana, la maglia più ambita, non era che un numero. Finché in Svezia non finì sulle spalle della "Perla nera", ma per una pura dimenticanza. La federcalcio brasiliana dimenticò di indicare i numeri dei giocatori nella lista spedita alla FIFA, così in tutta fretta le maglie vennero distribuite...a caso. Il caso volle che al portiere Gilmar toccasse il 3, al grande Didì il 6, al ragazzino... toccò la 10. E il resto è storia.
Il record dei mille e passa gol
Per la Fifa le reti realizzate da Pelè in carriera sono 1281 in 1363 incontri, di cui 761 in 821 gare ufficiali (media realizzativa pari a 0,92 gol a partita). Il millesimo sigillo arrivò su rigore la sera del 19 novembre del 1969, al Maracanà, in un Vasco De Gama-Santos, match della Taca de Prata (il torneo "Roberto Gomes Pedrosa"). Pare che ci vollero quasi 10 minuti prima di battere il penalty, tanti erano i fotografi e i tifosi che vollero appostarsi dietro la porta di Andrada per non perdersi quel momento storico. E altrettanti ne servirono per riprendere il gioco, dopo l'invasione di campo e la lunga festa con i compagni di squadra.
A un passo dall'Inter
Nel 1958, subito dopo la conquista del suo primo Mondiale in Svezia, all'allora presidente dell'Inter Angelo Moratti venne in mente la folle idea di acquistare Pelé, e fu a un passo dal riuscirci. A confermare l'indiscrezione fu anni dopo il figlio, Massimo Moratti: "Ricordo perfettamente che avevamo preso Pelé per la stagione 1958-59, lui era il ragazzino capace di stupire il mondo in Svezia, papà scattò subito e se lo assicurò, anticipando altre società interessate. Contratto regolare, firmato e solo da depositare. Ma appena la cosa fu orecchiata in Brasile, la gente si scatenò contro i dirigenti. Il presidente del Santos chiamò mio padre spiegandogli che i tifosi volevano bruciare la sede e, se pur a malincuore, mio padre decise di stracciare il contratto".
Cosmos
Pelè si ritirò una prima volta dal calcio giocato nel 1974, dopo 19 stagioni con la maglia del Santos (l'ultima con il Brasile era stata un'amichevole a Rio de Janeiro con la Jugoslavia, il 18 luglio del 1971). Nel 1975 il ritorno in campo, ricoperto d'oro dagli americani del Cosmos, insieme ad altre celebrità del calibro di Beckenbauer, Chinaglia e Carlos Alberto. Con il club newyorkese riuscì a vincere il campionato nordamericano di calcio nel 1977. Al termine di quella stagione appese definitivamente le scarpette al chiodo, chiudendo la carriera il 1° ottobre del 1977 al Giants Stadium di New York con una amichevole tra Cosmos e Santos, al termine della quale fu sollevato in trionfo dai compagni di squadra.
Icona
Pelè rimane l'uomo che è stato intervistato e fotografato più di qualsiasi altro: più di statisti e divi del cinema. Accolto in 88 nazioni, e ricevuto da 70 premier, 40 capi di Stato e tre Papi. In Nigeria - per dire -venne dichiarata una tregua di 48 ore ai tempi della guerra con il Biafra perché tutti, da entrambi gli schieramenti, potessero vederlo giocare. Lo Scià di Persia lo aspettò tre ore in un aeroporto solo per potersi fare una foto con lui, le guardie alle frontiera cinese abbandonarono i loro posti e si spostarono a Hong Kong, attirandosi le ire del regime, solo perchè avevano saputo che Pelè si trovasse quel giorno nella città-colonia.
Riconoscimenti
Unico calciatore ad avere vinto tre Mondiali (1958, 1962 e 1970), è stato nominato Atleta del secolo nel 1999 dal Comitato olimpico internazionale, Calciatore del secolo nel 2000 dalla Fifa insieme a Maradona, nel 2014 ha vinto il Pallone d'oro onorario Fifa. Dal 1961 è Patrimonio nazionale del Brasile e dal 2011 Patrimonio storico-sportivo dell'umanità per il Brasile. Il settimanale statunitense Time lo ha inserito nel TIME 100 Heroes & Icons del XX secolo. Dopo il suo ritiro nel 1977, l'Onu gli ha conferito il titolo di Cittadino del mondo ed è diventato ambasciatore Unesco e Unicef. Dal 2018 la sua Pelé Foundation aiuta i bambini in tutto il mondo, con l'obiettivo di diffondere l'istruzione e combattere la povertà.
La rivalità con Maradona
Meglio Pelè oppure Diego Armando Maradona? Il dilemma ha diviso generazioni intere. Tra l'argentino e il brasiliano non è mai corso buon sangue: per questo rimane storica la "pace" tra Maradona e Pelè nella trasmissione televisiva "La Noche del Diez", condotta appunto dal Pibe de Oro, del 16 agosto 2005. Ecco cosa ne pensava Pelè: "Maradona meglio di me? Falso basta guardare i fatti. Sapete quanti gol di testa ha segnato Diego? Ve lo dico io, nessuno: Pelé cento. E di destro?....in tutto io ho segnato 1.281 reti, vi dice niente questo dato? Il problema è che gli argentini non si rassegnano, mi hanno contrapposto prima Di Stefano, quindi Sivori, poi Maradona. Prendano atto del fatto che comunque io valgo più di tutti e tre".
Fuga per la vittoria
Dopo il ritiro, il brasiliano ha spesso alternato la carriera di ambasciatore del calcio e del rispetto dei diritti umani nel mondo a quella di cantante e attore. Recita in diversi film, il più famoso dei quali è sicuramente "Fuga per la vittoria" (1981), ambientato negli anni della Seconda Guerra Mondiale e diretto da John Huston, al fianco di Michael Caine e Sylvester Stallone. Mitica la rovesciata di Pelè - che nella pellicola interpreta un soldato di Trinidad & Tobago - nella partita tra gli ufficiali dell'aviazione tedesca e i detenuti, una rete letteralmente liberatoria. Pare che durante le riprese, con un tiro di "prova" Pelè ruppe - senza volerlo, ovviamente - un dito della mano a Stallone, portiere nel match contro i militari nazisti.
Le donne della sua vita
Amatissimo dalle donne, si è sposato tre volte: nel 1966 con Rosemeri Cholbi, dalla quale ha avuto tre figli (Cristina, Jennifer Kelly e l'ex portiere Edinho).
Nel 1994, 12 anni dopo il divorzio dalla prima moglie, si è risposato con la psicologa Assiria Seixas Lemos, dalla quale ha avuto due gemelli (Joshua e Celeste). Nel 2016 le nozze con l'imprenditrice giapponese Marcia Aoki Cibele.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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